"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
![]() ,Dalla prossima settimana, si avrà nuovamente l’apertura delle scuole per l’anno accademico 2016-2017 e molti dei bambini-ragazzi odierni si troveranno ad affrontare nuovamente la vita scolastica e a ritornare in una dimensione di apprendimento. Ma di che tipo di apprendimento si parla nei bambini nati a partire della fine degli anni ‘90? Per i cosiddetti nativi digitali, infatti, l’apprendimento è qualcosa di molto differente da quello che è stato per ciascuno di noi tra i banchi di scuola, tanto che le neuroscienze parlano di nuovi modelli cognitivi tipici degli individui nati usufruendo delle nuove tecnologie. È vero infatti, che quando eravamo piccoli, mentre il nostro cervello veniva attratto da stimoli quali il rumore delle pentole prodotto da nostra madre che faceva da mangiare, ad oggi, il primato dell’attrattiva di stimoli lo detengono gli schermi animati quali tv, pc, i-pad e smartphone. Questo comporta un cambiamento massiccio in tutte le aree della nostra vita, tra cui troviamo anche l’esperienza scolastica ed in particolare il modo di apprendere, tanto che il sistema didattico stesso, gli enti organizzativi della scuola in Italia, come può essere ad esempio il MIUR, stanno utilizzando fondi provenienti anche dell’Unione Europea, per mettere a disposizione nuove strumentazioni digitali nelle classi, cambiando di fatto la metodologia di fare didattica. Quali le tre caratteristiche principali del nuovo tipo di apprendimento dei bambini di oggi: 1. MULTITASKING Il multitasking, ovvero la capacità dei nativi digitali di intraprendere più operazioni contemporaneamente, anche durante il momento di studio, è sicuramente una delle caratteristiche più evidenti. E quindi ci troviamo spesso di fronte a ragazzi che apprendono una materia ascoltando la musica, oppure con la tv accesa e sono egualmente in grado di cavarsela in entrambi i compiti. Questo aumenta sicuramente la loro produttività, ma incide molto sulla capacità attentiva dei bambini, che spesso hanno capacità di concentrazione di pochi minuti, se non secondi, il tempo di accedere ad un nuovo stimolo su internet e lasciare quella pagina che stanno visualizzando, per recarsi su un’altra. Alcuni di loro vanno incontro, inoltre, alla cosiddetta “amnesia digitale”, ovvero quello che accade a molte madri ed adolescenti: la mamma dà una direttiva e puntualmente il ragazzo, dato che stava contemporaneamente prestando attenzione a qualche social sul proprio cellulare, non percepisce il messaggio, che diventa subito parte dell’oblio mnestico, cioè” ti ho sentito e magari ho annuito, ma non ricordo assolutamente cosa mi hai detto”. 2. LEARNING BY DOING Questa parola in italiano significa “imparare facendo”, altra modalità di apprendimento del bambino odierno. Ormai impensabile è il metodo didattico utilizzato fino ad ora a scuola, ossia quello della lezione frontale, dove l’alunno rimane passivo ad ascoltare e apprendere dall’adulto dietro ad una cattedra. Ad oggi, le classi già divenute digitali, prevedono un insegnante che sottolinea concetti sulla LIM (Lavagna Interattiva Multimediale), che mostra loro foto e video della preistoria o di qualsiasi altra materia, poiché al bambino rimanga più impresso, ma non solo. Un’altra tecnica vincente per far apprendere i nativi digitali è proprio quella in cui loro stessi possano costruire con dei materiali ciò che hanno appena visto, che possano realizzare video sul tema, ecc. Fare, costruire, produrre qualcosa sul tema trattato, sempre con l’aiuto delle tecnologie, permette all’apprendimento di essere più profondo e meno superficiale, dando possibilità al bambino-ragazzo di fare esperienza di ciò che ha studiato. Uno degli apprendimenti più potenti che può fare l’uomo è quello collegato alle proprie emozioni, vi è mai capitato di imparare a non mettere la mano sul fuoco, non perché ve lo abbia detto vostra madre, ma perché vi siete bruciati e avete sentito dolore? O avete appreso che un determinato comportamento non andava messo in atto, perché ve ne hanno fatte vergognare? È vero che, anche con l’utilizzo di strumenti digitali per imparare si provano emozioni, ma dove sono finite quelle emozioni profonde, intime, dove tutto il corpo partecipa alla nuova acquisizione e che emergono solo quando si apprende qualcosa riguardante se stessi, poiché si sta evolvendo come esseri umani? 3. PENSIERO IPERTESTUALE E PUNTIFORME Quel pensiero che non è più lineare e sequenziale, dove A è la causa e B la conseguenza, come lo sfogliare le pagine di un libro, ma è un pensiero più simile al link, ovvero dove letteralmente “salto” da un concetto all’altro. Tipico apprendimento, questo, che è possibile per la mente, ma non per altre funzioni biologiche, come quelle corporee, le quali invece continuano a rimanere sequenziali e con tempistiche dilazionate nel tempo. Avete mai visto un bambino imparare a parlare in un click? Questo conferma ciò che abbiamo detto precedentemente, ovvero che non è più possibile pensare ad una didattica come la si faceva prima, essendo coscienti che ognuno dei ragazzi ha dei propri link e che quindi l’apprendimento non può più essere uguale per tutti, ma diventerà sempre più personalizzato, tuttavia importante è comunque preservare un'ottica secondo la quale, l'essere umano ha anche bisogno di tempo e sedimentazione per imparare, il tempo biologico del nostro corpo. Tra vantaggi e svantaggi dell’apprendimento nell’epoca del digitale, che ha reso sicuramente i nostri figli più veloci, più interattivi, maggiormente collaborativi ed abili nell’utilizzo delle tecnologie, come anche meno profondi, meno capaci di gestire le emozioni, più distratti e iperperformativi, dando spazio spesso più alla mente che al corpo, di fondamentale importanza per la capacità di imparare umana, rimane una cosa certa, confermata anche da alcune ricerche ovvero: la competenza dell’insegnante di stabilire un legame significativo con i propri alunni, anche se tramite mezzi che loro privilegiano, per trasmettere quel sapere che non si può solo imparare, ma si deve anche sentire. Rimanete Connesse! ![]() Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da oltre 3 anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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