"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
![]() Con ciò che è successo nel nostro bel Paese nelle ultime settimane, rispetto a donne i cui video e foto in atteggiamenti sessualmente espliciti o compromettenti sono stati diffusi nel web, non è possibile non pronunciarsi in merito. Tiziana Cantone e Diletta Leotta, una tradita da conoscenti ancora sconosciuti e una hackerata nel privato, sono entrambe donne in teoria mature e consenzienti, ma e se questo succedesse ad un’adolescente? Viene definito SEXTING l’invio, la ricezione e la condivisione di testi, video o immagini sessualmente espliciti. Spesso, questi contenuti sono realizzati tramite il telefonino e diffusi in modo incontrollato ed incontrollabile su tali dispositivi, inviati a persone che si ritengono di fiducia. Ma se invece che riguardare una trentunenne, questi eventi fossero accaduti ad una ragazza di sedici anni? È già successo in molti istituti superiori, che amori finiti male, amicizie non reali e altre dinamiche, abbiano comportato la diffusione in rete e a scuola di materiale sessualmente esplicito raffigurante minori. In questo caso la legge finalmente è legge e per coloro che pubblicano, o anche solo condividono tale materiale, si parla di denuncia per diffusione di materiale pedopornografico. Il problema principale per una ragazza è poi la vergogna che deve affrontare a scuola, gli occhi puntati addosso, le battutine, gli insulti più o meno velati che le adolescenti, ma non solo, possono non essere in grado di sopportare, generando un malessere che può portare a vedere la morte come unica via di uscita. Le dinamiche adolescenziali, per scarsa esperienza e acerba consapevolezza di sè, così come per mancanza di educazione nella gestione di situazioni analoghe che potrebbero avvenire a livello del web, possono portare inoltre a non problematizzare il gesto e a non porsi domande che dovrebbero essere fondamentali: è giusto inviare foto o video di me stessa nuda? Cosa se ne faranno gli altri? Se le cose tra di noi dovessero andare male, invierebbe questi contenuti a qualcun altro? Se queste immagini le dovessero vedere altre persone, io come potrei sentirmi? E come lo affronterei? In adolescenza, ma anche in persone adulte con fragilità psicologiche o adulti con funzionamenti adolescenziali, queste domande non vengono formulate e non si ha una corretta percezione delle conseguenze, così come non si è in grado di prevedere la reazione emotiva che si avrà a risultato ottenuto. Ciò avviene sia per scarsa educazione alle emozioni, sia poiché si è bloccati emotivamente, motivo per cui ci si mette in una tale situazione, per provare qualcosa rispetto al nulla e all’assenza di significato che generano malessere. Sono comportamenti non ragionati, istintuali, la persona non ha ancora ben chiaro di mettersi in pericolo, di compiere un gesto autodistruttivo, di non proteggere il proprio amore per se stessa. Allora cosa si può fare in merito? 3 indicazioni per le madri, le insegnanti e coloro che si occupano di bambini ed adolescenti per prevenire, invece che curare: 1. Insegnare a bambini e ragazzi il riconoscimento, la gestione e l’espressione emotiva: Anche e soprattutto i maschi vanno iniziati a questo, purtroppo talvolta si educa il genere maschile ad essere forte e abile fisicamente e a livello intellettivo, ma non li si aiuta a sufficienza a comprendere i propri sentimenti ed emozioni, proprio perché questo tipo di competenza si pensa che vada a inficiare le abilità più virili che l’uomo deve possedere. Invece, educare i ragazzi alle emozioni svilupperà uomini più sensibili e di conseguenza intelligenti, donne più felici e figli più amati. In questo caso, sarebbe opportuno insegnare ad un uomo come si può sentire una donna messa di fronte a questi eventi, in modo che possa mettersi nei suoi panni. Mettersi nei panni degli altri è una capacità alla base della gestione delle organizzazioni e delle persone anche a livello lavorativo, quindi un'abilità non da poco! 2. Una corretta educazione sessuale (aggiornata all’utilizzo dei dispositivi digitali): E’ veramente importante che nelle scuole medie e superiori si facciano progetti per la prevenzione a livello sessuale, intanto perché si sa che gli adolescenti possono tendere a mettere in atto comportamenti sessuali a rischio e dato che è un’area intima dell’individuo che ha ragione di essere insegnata ed educata come tutte le altre, senza che i tabù diventino il motivo per cui emergano comportamenti ancora più disfunzionali. 3. Rivolgersi agli psicologi: Nel caso la situazione fosse già compromessa è necessario rivolgersi ad uno psicologo, che valuti le condizioni psicologiche e del contesto in cui vive il/la minore, ma anche che comprenda l’enorme sofferenza che può risiedere dietro tali comportamenti sia per il ragazzo, sia per i suoi genitori. Lo psicologo ha infatti la possibilità di dare significato a comportamenti e atteggiamenti del ragazzo, nell’interesse di ricostruire insieme una connessione con sé e gli altri che non sia viziata da bisogni irrisolti o da problematiche non visionate. E' perciò possibile fare in modo che la persona riprenda contatto con la propria intimità, imparando a gestirla, proteggerla ed esprimerla. Rimanete Connesse! ![]() Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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