"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
In questo articolo parliamo di un mistero che sta molto a cuore alle mamme di tutto il mondo, ovvero come riconoscere le caratteristiche del proprio figlio, quali sono i suoi pregi ed i suoi difetti, chi è, com’è, in una parola con che temperamento nasce tuo figlio e come gestirlo. Sei Pronta? Si comincia. Se sei arrivata a questa guida da google ho qualcosa per te! Molte persone arrivano a questo post cercando su google “come gestire mio figlio”, o “Come capire com’è mio figlio”, o ancora “Chi è mio figlio?”. Ebbene sei atterrata sulla guida che può aiutarti a comprendere meglio tuo figlio che sia piccolo o adolescente o ormai un giovane adulto, non è mai troppo tardi per correggere errori educativi e nemmeno per provare nuove strategie che potrebbero essere più di successo di quelle utilizzate fino ad ora. Questa guida non riguarda come volere bene a tuo figlio, ognuno di noi ha una differente capacità di amare l’altro. Ma riguarda tutte quelle madri che pur amando il proprio figlio, talvolta, faticano ad entrarci davvero in contatto per una serie di ragioni quali: il temperamento del bambino, il loro personale temperamento, il riuscire ad incastrare questi due in modo armonico. Difatti, l’educazione e la conduzione figlio-genitore sono come una danza, talvolta capita che ci si pesti i piedi, ma questo non accade perché vogliamo far del male all’altro, semplicemente non si è ancora pratici in ciò che si sta facendo. Per farti comprendere quello di cui ti sto parlando, ti prego di guardare questo video, è della Pixar e si chiama “Partly Cloudy” o, per gli amici, “Parzialmente Nuvoloso”, ovviamente è un cartone animato di 5 minuti, in cui puoi sperimentare ciò che forse ti è già capitato di pensare, ovvero di non essere sufficientemente bravo come genitore, di fare danni come tale fino, ogni tanto, nei momenti più drammatici, a guardare tuo figlio adolescente e pensare “ho creato un mostro!”. https://www.youtube.com/watch?v=7DmLkugdh9s Come faccio a sapere che ogni tanto lo hai pensato? Perché, nonostante si diffonda l’idea culturale che la madre o il padre debbano sempre e comunque amare ed essere pronti a gestire il proprio figlio, ed intendetemi, così è per la maggior parte del tempo e per molti genitori, talvolta o di frequente, a seconda dell’età e del temperamento, parte l’embolo nei loro confronti. E credetemi se vi dico che non c’è nulla di male in questo, dopotutto siamo umani! Inoltre, i genitori solitamente hanno il terrore di fare qualcosa di sbagliato che possa danneggiare i figli, o si sentono malissimo quando si accorgono che nel figlio qualcosa non funziona, proprio perché si sentono loro, in primis, ad aver colpa. Voglio rassicurarvi, la colpa non è sempre e solo vostra, sempre che di colpa si possa parlare, poiché un genitore a cui nasce un figlio autistico, ad esempio, non ha nessuna colpa in questo, così è per lui e così è anche per te che stai leggendo, anche se tuo figlio non è malato. I social, inoltre, non hanno aiutato a far diminuire il senso di colpa e il senso di invidia per l’apparenza che riescono a dare gli altri di loro stessi, con la loro famiglia felice ed i figli che riescono sempre a gestire, o che sembrano sempre così buoni, come i pulcini, gattini e cagnolini del video, mentre a voi, magari, è toccato il coccodrillo.. Foto su facebook di mamme che amano i loro pargoli, foto di padri che si fanno i video con il proprio campione che hanno accompagnato alla partita, tutti sono felici, mentre tu dentro senti che è difficile relazionarsi con tuo figlio, e si comincia a formare il pensiero che: “forse sarò snaturato” e magari mi comporto all’opposto in modo tutto premuroso con lui o lei, proprio perché dentro sento questa problematica, ma non mi concedo di viverla, così la relazione che creo diventa poco autentica, anche se sicuramente faccio la figura anche io della brava madre o del bravo padre, ma so che c’è qualcosa che non va. Dopo tutto è questo che conta no?! L’apparenza. Con l’avvio dei social è sempre più esploso questa modalità di comportarsi: rendersi perfetti agli occhi altrui, infatti nessuno metterebbe mai foto o video condivisibili online mostrandosi nel suo peggiore momento, ma quel che passa è che tutti siano sempre felici e adeguati e che si possano sempre permettere il meglio per i propri figli e per loro stessi. Peccato che questa non è la realtà, per nulla! Ognuno di noi ed ogni situazione ha in sé aspetti positivi ed aspetti di fragilità, luci ed ombre, senza le ombre la realtà non avrebbe profondità e tutto rimarrebbe irrimediabilmente superficiale, anche le foto che mettiamo sui social sono costituite da entrambe le parti, altrimenti l’immagine è senza spessore! Così è anche per l’essere umano, ricordiamolo! I pulcini e cagnolini e gattini che abbiamo visto nel video, sono carini, ma si sa anche che i cani mordono, i gatti graffiano ed i pulcini beccano.. Quindi posso concedermi ogni tanto di pensare che quel frugoletto è anche un rompiscatole, che forse vorrei avere una vita in cui poter essere più libera e non vivere solo in sua funzione. Poi quando fa quella faccia che sembra proprio mia suocera! :) Capita anche questo, di paragonarlo a qualcuno della famiglia a cui pensiamo che somigli. Ogni tanto sembra che abbia delle modalità con cui non riesci proprio ad avere a che fare e pensi: “mi dispiace, mi sento in colpa per questo, ma preferisco che quando è in quelle condizioni se ne occupi suo padre, o la nonna, nonostante so che dovrei farlo anche io.. Ma come faccio? Lui è fatto così o lei è fatta così e io sono in un altro modo, non lo/la capisco”. Ti sei mai chiesta, però, cosa significa che tuo figlio è fatto così? Fatto così, come? In che senso? Quali sono realmente le sue caratteristiche ed il suo temperamento? Per aiutarti a rispondere a queste domande ti invito a leggere “Che cos’è mio figlio?” di Beatrice Alemagna, è un racconto da leggere insieme, specie con i più piccoli, per rispondere alla domanda di tuo figlio “Chi sono io?”. A voi il link Amazon: http://amzn.to/2FzHVSO Intanto, per temperamento si intende l’insieme delle caratteristiche psichiche di un individuo, si può quindi parlare anche di indole, di cui siamo già dotati alla nascita, cioè di certe caratteristiche sono presenti data la genetica, altre si formeranno solo in un secondo momento con le richieste e gli stimoli che provengono dall’ambiente. Altri termini utilizzati per indicare il temperamento sono: personalità, indole, caratteristiche, carattere.. Ad esempio, avere un bambino con temperamento caldo, o collerico, o rabbioso. Il bambino nasce già predisposto all’irritabilità, ma poi l’ambiente in cui cresce è dotato di una madre ed una padre che sanno maneggiare quelle sue caratteristiche e le moderano, oppure al contrario altri ambienti le potrebbero accentuare. Persino nella trasmissione genetica di malattie molto più serie come la schizofrenia (una malattia psichica dove la persona si distacca completamente dalla realtà), si è studiato che, due gemelli omozigoti, ovvero provenienti dallo stesso ovulo fecondato, dati poi successivamente in adozione, visto che i genitori erano appunto schizofrenici ,abbiano, uno sviluppato la malattia, ma l’altro no. E questo come è possibile? Perché anche l’ambiente che frequentiamo, non solo i nostri geni, influiscono su quel che diventiamo. Ed il nostro primo ambiente di vita in assoluto sono i genitori, poi la scuola, gli amici, lo sport, il lavoro e via dicendo. Quindi, in realtà, quando pensi che tuo figlio è fatto così, non prendi in considerazione il fatto che l’essere umano apprende anche tramite esperienza ed il suo ambiente di vita, grazie al quale può cambiare! Questo non significa che è colpa tua e nemmeno che sia colpa della scuola, questo non significa che dipende solo dal suo ambiente, ma abbiamo una bella notizia: PUO’ FARLO! PUO’ CAMBIARE! Ok Sara, ma allora quale è il segreto per riuscire ad avere a che fare con il temperamento e le caratteristiche di mio figlio con cui ho difficoltà a relazionarmi? Intanto, dovresti chiederti da che caratteristiche tuo figlio è composto. Il segreto è avere un piano concreto. Non ho figli, ma tutti siamo stati figli e poi il mio mestiere mi porta sempre ad avere a che fare con i bambini, o gli adolescenti o i giovani adulti ed il loro temperamento, talvolta è stato difficile imparare a gestirlo, ok io non lo faccio da madre, questo mi rende in parte più obiettiva, ma lo stesso si incontrano difficoltà. Perciò, credimi che se ancora fatichi a relazionarti con certe caratteristiche di tuo figlio, anche se sei una brava madre o un bravo padre, è perché probabilmente stai tralasciando qualche cosa. Probabilmente ti manca di conoscere qualche strategia concreta su come relazionarti in modo armonico con le sue caratteristiche. Se ti trovi in questa situazione, mettiti comodo/a: Prima di passare alle strategie fondamentali per imparare a riconoscere le caratteristiche di tuo figlio ed imparare non solo a gestirle, ma anche ad instradarlo verso se stesso, ti chiedo di condividere questo articolo su Facebook, a te non costa nulla, per me è molto importante perché mi restituirebbe riconoscimento dello sforzo che ho fatto per scriverlo! Grazie. Riprendiamo, La prima delle 5 strategie per riconoscere e comprendere le caratteristiche ed i talenti di tuo figlio è la seguente: Individuare le sue caratteristiche, ossia com’è fatto. Se è piuttosto piccolo (2-5 anni) ci saranno già dei tratti sommari che piano piano possono o meno modificarsi, ma che puoi intuire, tuttavia puoi cercare di riconoscere la sua indole anche verso l’età adulta: Alcuni studiosi, Costa e McCrae, parlano di questi 5 tratti di personalità che si possono ritrovare nelle persone ed osservano come ciascun tratto abbia in sé un potenziale positivo ed un potenziale negativo, dove per positivo e negativo non si intende sempre e solo che è un bene o un male, ma talvolta che dal lato positivo si possa trovare la presenza di un tratto e dall’altra l’assenza o il suo opposto. Se io genitore so quale è il temperamento prevalente di mio figlio, posso così conoscere quali possono essere i suoi lati forti ed i suoi lati fragili e, magari, aiutarlo a prevenire, o gestire, questi ultimi. Vediamo quali sono:
Come ti dicevo prima non per forza appartenere un pochino al polo negativo è un male, infatti, pensa all’estroversione, sono belle le caratteristiche del polo positivo, ma prendi in considerazione anche che ci siano solo quelle, ovvero un’estroversione estrema, ti piacciono le persone sempre e solo su di giri? Ti consiglio come lettura a questo proposito: “Il potere del carattere” a cura di Paul Tough, è un libro per genitori di bambini in età scolare, questo testo riporta come ci hanno abituato a credere che l'unica cosa che conta per raggiungere risultati importanti sia l'intelligenza e in particolare il QI, l'intelligenza cognitiva, misurabile con i test e gli esami di cui è costellata la carriera scolastica. Sbagliato! Secondo Paul Tough le qualità che contano di più hanno a che fare con il carattere. Tenacia, curiosità, disciplina, ottimismo, grinta: ecco le chiavi per riuscire, a scuola ma soprattutto nella vita. http://amzn.to/2DPqnS6 Per quanto riguarda tuo figlio, Dove lo o la rivedi? Si, queste categorie generiche ci possono dare un’idea delle tendenze, comportamenti ed atteggiamenti generali che può avere tuo figlio, delle sue risorse e delle sue fragilità, Tuttavia, è bene NON dimenticare che ogni essere umano è unico ed irripetibile e che sommariamente si può corrispondere a queste categorie, ma poi ognuno di noi ha una propria storia, la propria esperienza e proprie dimensioni personali che lo rendono ciò che è. E per ogni categoria ti puoi chiedere, o puoi chiedere a tuo figlio se è un po’ grandino, cosa lo spinge ad esempio ad essere timido e riservato, non cercate solo una motivazione logica, cercate anche delle immagini, dei ricordi, delle sensazioni fisiche attraverso tatto, olfatto, ecc, queste forti percezioni costituiscono la struttura interna di ognuno di noi, la nostra “anima”. Per questo è importante che i bambini sperimentino attraverso i sensi il più possibile, e lascino da parte le nuove tecnologie il più possibile, specie nei primissimi anni di vita, poiché noi siamo costituiti da immagini, da sensazioni, da percezioni e direi che avere la sensazione di una carezza e molto differente della sensazione di toccare un tablet! Dunque, facciamo un esempio, prendiamo carta e matita e guardando i tratti sopra citati, spuntiamo quello che può corrispondere maggiormente, sia per caratteristiche positive, che negative, a tuo figlio. Fatto? Bene, ora mettiamo che tu abbia scelto il primo tratto, ovvero l’estroversione, metti che tuo figlio sia molto timido e che sia una persona principalmente introversa, più interessato ad attività che lo possano portare verso il mondo interno, Come si fa? Lo possiamo far diventare completamente estroverso? Io non credo.. Pensiamo ai tratti di personalità come una linea continua sulla quale agli estremi troviamo qualità opposte, come introversione ed estroversione, ma con delle vie di mezzo al centro. Introversione___________________________|__________________________estroversione Lo possiamo criticare perché è più vicino all’ambito dell’introversione? No. Qui, arriviamo alla seconda strategia per comprendere le caratteristiche di tuo figlio e gestirle ed instradarlo verso se stesso, Io, mamma o papà, che sensazioni ho nei confronti dell’introversione (o di qualsiasi altra caratteristica)? Mi ricorda qualcuno? Ad esempio potrei pensare che anche mia madre era molto introversa e questo mi ha sempre creato grossi problemi nella vita, quindi pensa che disastro che mio figlio sia come lei. Ecco se questa è la reazione, per quanto naturale possa essere, abbiamo un problema, Perché? Perché tuo figlio è tuo figlio, come dicevo prima, sommariamente si può far caso a certe somiglianze, ma poi devi crescerlo per trovare se stesso, non per essere uguale o diverso da qualcun altro! Oppure, l’introversione mi mette a disagio, normalmente sono una persona molto aperta, perciò trovo difficile comprendere qualcuno che per timidezza non riesce nemmeno a parlare. Anche questo potrebbe essere un pensiero che ci balena nella mente, ma allora sappiano che dobbiamo lavorare su noi stessi, non cercare di cambiare il bambino. Quindi, la seconda strategia è quella di essere consapevoli, in primis, delle proprie di caratteristiche e delle proprie reazioni alle caratteristiche altrui. Una terza strategia è comprendere in cosa è portato tuo figlio, oltre a conoscere che caratteristiche ha, infatti, il tuo bambino, o adolescente, o giovane adulto, possiederà anche delle proprie capacità, ossia delle qualità che gli permettono di esprimere il suo interno all'esterno, bisogna che conosciate anche quelle. Alcuni bambini sono portati per il disegno, altri per lo sport, altri ancora sono bravi a farsi amici. E il tuo? Gardner, uno psicologo e docente statunitense, ha introdotto nel 1983 la teoria delle intelligenze multiple, secondo la quale l’essere umano è dotato di varie forme di intelligenza, alcune maggiormente prevalenti di altre a seconda dell’individuo, utilizzate contemporaneamente dall’uomo per risolvere i problemi della realtà. L’intelligenza linguistico-verbale: la capacità di apprendere e riprodurre il linguaggio, usandolo in maniera appropriata per esprimersi verbalmente o in forma scritta. Intelligenza logico-matematica: consiste nella capacità di analizzare i problemi in modo logico, eseguire operazioni matematiche ed indagare le questioni scientificamente grazie al pensiero logico-deduttivo. L’intelligenza musicale: coinvolge l’abilità di comporre, riconoscere e riprodurre modelli musicali, toni e ritmi. L’intelligenza corporeo-cinestetica: quella degli atleti, dei danzatori, dei preparatori atletici, ossia l’abilità di utilizzare il proprio corpo o parti di esso per risolvere i problemi attraverso il coordinamento dei movimenti del corpo. L’intelligenza visuo-spaziale: consiste nel riconoscere ed utilizzare lo spazio e le aree a esso correlate. Intelligenza interpersonale: la capacità di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i desideri delle altre persone, permettendo in questo modo di lavorare efficacemente anche in gruppo. Questa forma di intelligenza ha molto a che fare con le capacità empatiche della persona. L’intelligenza intrapersonale: consiste nell’essere consci dei propri sentimenti e nel possedere la capacità di saperli esprimere senza farsi sopraffare. È, dunque, l’abilità di capire se stessi, individuando le proprie paure e motivazioni. Lo scopo è utilizzare queste informazioni per svolgere una vita volta al raggiungimento di scopi specifici. Dopo altre ricerche, Gardner e colleghi hanno individuato altri tipi di intelligenze di cui l’essere umano è dotato, tra cui si ricorda l’intelligenza naturalistica che è l’unica a rientrare a pieno titolo tra le 7 precedentemente individuate, si può perciò ora parlare di 8 intelligenze multiple. L’intelligenza naturalistica: permette agli esseri umani di riconoscere, classificare ed individuare alcune caratteristiche dell’ambiente. Tale abilità consente di interagire con il mondo fino a rendere proprie alcune caratteristiche. Talvolta, si tende a pensare che chi possiede un figlio dotato dell’intelligenza logico-matematica sia il più fortunato di tutti, meno quello il cui figlio è dotato a livello musicale. Non è così, perché tutte sono intelligenze e voi non conoscete ora il futuro del vostro pargolo. Io, per esempio, possiedo abbastanza certamente come prima abilità quella intrapersonale e poi di conseguenza anche quella interpersonale, perciò mia madre mi ha sempre sostenuta nel mio percorso verso la psicologia, perché era una mia naturale predisposizione, anche quando altri dicevano che la psicologia non serve a nulla e che avrei fatto meglio a fare medicina. Ma a me non interessa somministrare farmaci, perciò ho deciso per un altro tipo di percorso. Se vuoi approfondire, sin da quando è piccolo, quali sono le caratteristiche ed i talenti che può avere tuo figlio, o vuoi alcune dritte su come svilupparli, ti consiglio anche di leggerti questo libro a cura di Arve Mathisen. È un libro per i genitori di bambini in età prescolare e si intitola “Come sviluppare tutti i talenti del bambino”, parla degli anni che precedono la scuola come decisivi, in cui lo sguardo di tuo figlio pian piano si allarga oltre le mura di casa, le sue esperienze si moltiplicano a dismisura, le sue competenze crescono a vista d'occhio ed è il momento in cui tutti i suoi sensi, particolarmente recettivi, vanno stimolati: vista, udito, tatto, gusto. Compito dei genitori è allora di favorire il più possibile le occasioni quotidiane di 'fare esperienza': con giochi creativi, attività domestiche 'su misura', incontri con la natura, musiche, canti, balli, racconti, disegni che troverete all’interno del testo oltre che una guida per comprendere quali siano i suoi talenti, trovi il link diretto ad Amazon qui: http://amzn.to/2DPHuXU Hai individuato allora quali possono essere le caratteristiche di tuo figlio? Siccome le intelligenze sono 8 e ce le abbiamo tutte, alcune più o meno sviluppate, prova a pensare a tuo figlio e a fare una top 8, dall’intelligenza che secondo te è il lui o lei più sviluppata a quella meno. Prenditi qualche minuto. Fatto? Quindi adesso hai alcune caratteristiche della personalità di tuo figlio, in più hai individuato in cosa può essere portato, Come pensi di agire ora? Per fortuna, io penso, non si possono scegliere le qualità dei propri figli, altrimenti si rischierebbe di avere un’intera popolazione fatta da bambini biondi con gli occhi azzurri, diligenti, perfetti, Inquietante no? Invece, penso che ognuno di voi debba imparare a scoprire l’altro per quello che è, pregi e difetti, ma anche caratteristiche più affini/meno affini alle proprie. Poniamo il caso di avere un bambino meno intraprendente a livello linguistico-verbale, ma più portato per lo sport e mettiamo anche il caso che quello stesso bambino abbia un’apertura all’esperienza sufficiente, ma non è nemmeno troppo indipendente da questo punto di vista, Cosa faccio come genitore? Gli chiedo a tutti i costi di imporsi di essere bravo dal punto di vista linguistico-verbale? Sicuramente per amor vostro, il bambino proverà, ma scontrandosi con la realtà, ovvero che sicuramente potrà un po’ migliorare, ma non sarà mai completamente portato per quello, invece calcio gli riesce così bene al primo tentativo, che è un peccato allontanarlo da quello. Conosco alcuni genitori che hanno obbligato figli già bocciati alle medie a fare Licei, salvo poi farli faticare e penare per anni e fargli sperimentare continuamente un senso di inferiorità e frustrazione e rifiuto allo studio. Conosco altri genitori a cui non piacciono le aspirazioni dei propri figli, poiché vorrebbero che diventassero come loro, o perché vorrebbero che avessero il meglio per loro in futuro. È un sentimento nobile, ma spero di non spaventarvi dicendo che in una società non tutti possiamo fare i dottori, non tutti possiamo essere dei matematici (io sicuramente no), non tutti siamo Micheal Jordan e via dicendo. Ma pensate se Jordan fosse stato indirizzato a forza dai suoi genitori a studiare fisica, io credo che sarebbe stato un disastro. Avete afferrato il concetto? Bisogna che lasci che i tuoi figli seguano le proprie inclinazioni ed aiutarli a raggiungerle! Nel nostro esempio il ragazzo, però, è anche leggermente timoroso rispetto alle nuove esperienze e pensate un po’, frequentare uno sport lo potrebbe far sciogliere di più su questo punto, perché ovviamente lo metterebbe davanti a situazioni nuove, esperienze diverse da affrontare, ma all’inizio il suo motore dovrete essere voi, che lo incoraggiate a fare ciò per cui è portato. Che lo incoraggiate a superare i suoi limiti. Che lo indirizzate verso se stesso, proprio quando magari lui ha perso la sua via. Non lo si può mettere nella condizione di dubitare di se stesso criticandolo. Lui deve sapere cosa sa fare e cosa non sa fare, ma può migliorare, per sapere chi è, La quarta strategia, dunque, è quella di non criticare, ma assecondare le sue capacità! Se vuoi sapere come comunicare meglio con tuo figlio e con più empatia ti consiglio il mio articolo del mese scorso “Come insegnare a tuo figlio l’empatia: il vero rimedio al lato oscuro del virtuale”. Voglio sottolineare prima un punto, anche se ci torneremo nei prossimi articoli sulle regole, assecondare le inclinazioni e le capacità di tuo figlio, non significa che ha sempre ragione e che quindi ciò che dice e pensa e fa è oro colato e guai a chi lo tocca, perché così facendo, più che un figlio capace, vi ritroverete con un figlio in difficoltà, nei prossimi articoli ti spiegherò il perché. Invece, è fondamentale non criticarlo o biasimarlo o condannarlo per ciò che sa fare (anche se non è strettamente quello che piace a voi). Conosco una madre la cui figlia di sedici anni ama profondamente il ballo hip hop e adora ballare, far comprendere alla madre che la figlia non è una scapestrata come il padre solo perché va una qualche volta in discoteca è stato difficile, lei pensava di essere nella ragione: per crescere una figlia retta e disciplinata, l’avrebbe dovuta crescere come hanno cresciuto lei. Avete la tentazione di cambiare i vostri figli a piacimento e migliorarli? È una bella cosa, ma perché prima non partite da voi? Tutti siamo capaci di reagire d’stinto alle situazioni, criticare e recriminare, ma ci vuole molto più carattere ed autocontrollo per comprendere davvero e far crescere il fiore che è tuo figlio. Alcuni adulti pensano ancora che per educare bisogna utilizzare queste modalità, vi chiedo allora di leggervi questo: E se avete ancora la tentazione di criticare i vostri figli leggetevi “Father Forgets”, “Il padre dimentica” di W. Livingstone Larned e che trovate anche nel libro dell'immagine sopra: "Come trattare gli altri e farseli amici" di Dale Carnegie: http://web.tiscali.it/ciutti/page10.html Dopo di che non diventate l’opposto! ovvero quei genitori che davanti ad evidenti difficoltà del bambino si raccontano che va tutto bene, oppure di quelli che raccontano al bambino che va tutto bene. Gli opposti nell’educazione non sono mai positivi: sbaglia lo critico, oppure sbaglia e non gli dico nulla, fa bene e lo esalto come se fosse Dio, oppure fa bene e non gli do nemmeno una pacca sulla spalla, spero non siate rigidi come il marmo o molli come delle pappette. Infine, l’ultima strategia che vi consiglio è insegnargli ad incanalare, non è facile, non ho mai detto che fare il genitore sia facile, anzi è un impegno enorme per tutta la vita e c’è anche chi dice che è il mestiere più difficile del mondo, bisognerebbe pensarci quando si fa la scelta di diventarli, perché poi i bambini non imparano da soli, non diventano capaci di decidere da soli, non imparano da soli ad autogestirsi, o meglio, lo fanno, ma con un diverso risultato rispetto a se c’è un adulto consapevole al loro fianco. Cosa significa aiutarli ad incanalare se stessi? Bhè diciamola così, ma lo approfondiremo nella prossima guida di marzo sulle emozioni, ogni propria capacità, comportamento, emozione, caratteristica, anche negativa, può essere utilizzata o trasformata per portarci ad un miglioramento, se invece decidiamo di non potenziarci o di non incanalare o trasformare alcune emozioni o comportamenti, potrebbe capitare che a lungo andare sia anche peggio e che le nostre caratteristiche negative prendano il sopravvento. Facciamo un esempio, un bambino o un adolescente sono rabbiosi, una caratteristica apparentemente negativa, e lo è, se non che la forza della rabbia si può incanalare, trasformare e metterla, ad esempio, nella determinazione per raggiungere un obiettivo, si può trasformare in capacità di sopportazione di carichi fisici ed emotivi, ed altro ancora, ma se noi la lasciamo dov’è può consumarci, se la reprimiamo può farci esplodere o implodere, alla fine è solo un’energia ben precisa, forte, chiara ed impetuosa, bisogna “solo” saperla gestire e saperla trasformare. Dopotutto c’è una frase di un anonimo che dice: “L’uomo che a cinquant’anni conosce se stesso come a venti ha sprecato trent’anni della sua vita”. Quindi adesso che pensi a tuo figlio, pensa alle sue caratteristiche, ai suoi pregi e a come aiutarlo ad impiegarli, alle sue fragilità e a come aiutalo a trasformarle, anche se ti può far male vederlo così come è, anche se ti può far paura vedere quel che sente, anche se ti può far arrabbiare il suo comportamento. Tu continua ad indicargli la strada. Specie in un mondo frenetico e digitale come quello odierno, dove sembra che tutti possano essere o diventare qualsiasi cosa, qualsiasi persona, con qualsiasi caratteristica, tu per primo sappi che non è così, che lui o lei non può essere chiunque e, se è necessario, faglielo presente quando, preso da mille stimoli, tenderà a dimenticarselo, perchè lui o lei avranno bisogno di sapere che c'è qualcuno che li conosce profondamente ed intimamente a cui poter sempre far ritorno in caso di necessità ed in caso da più grandi se ne dimeticassero. Per tutta la vita? Da piccolo sì e poi te lo chiederà lui quando avrà bisogno. Un abbraccio, Sara. P.s. Se ti va, trovi tutti i miei contenuti anche su Instagram, ultimamente pubblico un sacco di cose che puoi trovare utili lì!
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