"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Reed Hastings, l’amministratore delegato di Netflix ha detto: “Pensate a quando guardate una serie di Netflix e ne diventate dipendenti, quindi rimanete svegli fino a tarda notte per vederlo. Alla fine è il sonno il nostro maggior concorrente”. A parte la discutibilità di questa frase e dell’etica di business che può esserci dietro ad un’azienda il cui amministratore delegato parla in questi termini, davvero Netflix ha rivoluzionato il modo dei giovani di guardare lo streaming. Se, infatti, si è passati dal vedere i nostri show preferiti dalla TV al vederli in streaming sul computer, ad oggi, questa metodica è ulteriormente cambiata con uno streaming che, non si ferma più a permetterti di guardare gli episodi quando vuoi, aspettando naturalmente l’uscita delle puntate ogni settimana, bensì sono ormai note piattaforme che buttano letteralmente tutte le puntate in onda, rendendole subito fruibili in un’unica trance, come appunto Netflix. A che cosa ha portato questo cambiamento? “Ultimamente con il mio compagno ci troviamo a casa per guardare il prossimo episodio del nostro telefilm preferito, siamo così presi da questo che abbiamo pochissimi rapporti sessuali ed io mi sento sempre più insoddisfatta del nostro rapporto, del mio corpo, ecc.” “Sì, oggi sono stanchissima, sono andata a scuola ma non ho dormito per nulla, ieri sera era appena uscita la mia seri TV preferita su Netflix tutta intera e quindi ne ho guardate quattro o cinque puntate di fila, entro domani la voglio finire..” Il 46% dei ragazzi tra i 14 ed i 25 anni guardano almeno tre episodi di fila, mentre il 31% tra i 26 ed i 32 anni sono i dati analizzati da alcune ricerche, oltre al sottolineare che questa maratona di show televisivi ha un vero e proprio nome: Binge Watching. Il termine Binge, che indica letteralmente abbuffata, è un termine molto utilizzato in psicologia anche per indicare il binge drinking, ossia quei ragazzi che tracannano quantitativi d’alcol spaventosi, o il binge eating coloro con un discontrollo nell’assunzione di cibo, anche in questo caso abbiamo un’abbuffata di visione di film. Questa dinamica, in termini non patologici si può semplicemente definire maratona di serie, ma all’eccesso può portare i ragazzi ad isolarsi dal mondo, a perdere molte ore di sonno ed ha correlati significativi con stati dell’umore depressi, solitudine, incapacità all’autogestione ed obesità, inoltre la modalità del tutto e subito, senza la necessità di aspettare che escano le nuove puntate, rimanda le persone a non dover praticare l’arte del controllo su di sé e alla possibilità di non uscire dal mondo bambino, secondo cui se si ha bisogno di una cosa, subito deve essere soddisfatta. È il mondo del principio di piacere, ovvero quel principio del bambino che se ha fame in ambulatorio dal dottore, stimolerà la madre per dargliene immediatamente, anche se non è a tavola o in una situazione consona a mangiare, poiché non sa e non riesce e non vuole aspettare. Quando cresciamo, in teoria, dovremmo abbandonare sempre più il principio di piacere a favore del principio di realtà, grazie al quale riusciamo a controllare i nostri istinti, insomma, tante ore di terapia, spazzate via da Netflix che ti dà esattamente ciò di cui hai bisogno quando lo necessiti ed anche di più. Allora cosa fare per evitare che i ragazzi diventino dipendenti anche di questa nuova forma di distrazione ed intrattenimento digitale? Ecco alcune regole per loro, ma anche per i giovani adulti, che chiaramente, invece di pensare di proporle al figlio, dovranno proporle a se stessi:
E voi che indicazioni date ai vostri figli o a voi stessi? Rimanete Connesse! Sono psicologa presso studi privati e specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma e Fidenza relativi all'ambito minorile e alla tutela minori, collaboro con altri psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali, educatori ed insegnanti. Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative, affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Sono autrice del blog "Mamme Connesse", il quale intende essere punto di riflessione ed informazione per i genitori, i loro figli e le nuove dinamiche derivanti dall'utilizzo dei nuovi strumenti digitali, i cui articoli sono pubblicati anche dal portale GuidaPsicologi.it, con lo stesso obiettivo sono chiamata come formatrice per i genitori in diverse scuole del territorio con il format "Genitori Connessi". Sono psicologa dello sport per allenatori e giocatori del settore giovanile e prima squadra (serie D) della società Fulgor Pallacanestro di Fidenza, sostenendo entrambi nel continuo lavoro psicocorporeo, di motivazione e leadership e nelle dinamiche di gruppo del team. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi
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