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Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo
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24/7/2016 1 Comment

4 Linee guida per Pokemon Go e altri videogiochi

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La scorsa settimana abbiamo parlato di: "3 considerazioni psicologiche su Pokemon Go", abbiamo osservato quali siano le sue caratteristiche e come queste influiscano, a mio parere, sulla psiche, toccando alcuni punti.

Qualche genitore è però rimasto spiazzato vedendo che l’articolo non era totalmente contro, o totalmente tranquillizzante nei confronti del gioco. Alcuni avrebbero preferito un’opinione che prendesse una posizione in merito, tuttavia nella vita le cose sono così, non esiste sempre risposta totalmente giusta o totalmente sbagliata, ma sicuro è bene, prima ancora di avere delle risposte, conoscere l’argomento di cui si sta parlando e l’articolo della scorsa settimana aveva proprio questo intento: dare informazioni perché ognuno si creasse in base alle considerazioni fatte, una propria idea. È chiaramente impossibile decretare che un’attività che viene svolta da milioni di bambini e ragazzi, possa essere definita patologica per tutti.

Ma allora se non è buona né cattiva, cosa permette di comprendere da che parte stare?
​

Più utile per i genitori è, dopo aver conosciuto o messo l’occhio su di un argomento che li tocca da vicino, avere anche delle strategie per arginare gli eventuali effetti negativi di questo videogioco, come di altri, e allora ecco a voi 4 linee guida:
  1. La prima linea guida utile e più intuitiva è sicuramente quella del TEMPO: quando vostro figlio utilizza un videogioco, come per la televisione, ciò che definisce un uso da un abuso è il quantitativo di tempo che passa a giocare. Perciò è fondamentale che concordiate con vostro figlio per quanto tempo gli è consentito giocare, in quali fasce orarie e decretando dei momenti di pausa. Il tempo consentito varia chiaramente dall’età del bambino,ma non dovrebbe mai superare le due ore giornaliere,  le fasce orarie non dovrebbero mai essere quelle dei pasti, che impedirebbero ai bambini il tempo dedicato al nutrirsi sia delle relazioni famigliari, che riferite al cibo, né quelle dedicate al sonno, il quale è un momento ricostitutivo per il cervello, per avere dei buoni ritmi sonno-veglia e per il riposo. Infine, le pause vanno decretate in modo da dare tregua ad occhi e mente, lasciando lo spazio per non essere costantemente bombardati da stimoli (In generale, per conoscere l’adeguatezza di un  gioco online all’età del propro figlio è consultabile il codice PEGI online).
  2. In secondo luogo, è necessario che il genitore CONOSCA il gioco a cui il figlio sta giocando, ovvero nel caso di videogiochi per i bambini, il genitore dovrebbe, come buona norma,  giocare per la prima volta insieme al figlio, sia per connettersi al modo di giocare del bambino, sia per accertarsi dell’adeguatezza dei contenuti del videogioco. Sappiamo che giochi con molta violenza ed aggressività non siano adeguati all’insegnamento di riconoscimento e gestione delle emozioni, abituando il bambino a scene cruente e addormentando il suo senso d’empatia. Per quanto concerne Pokemon Go, l’utilizzo è sconsigliato per bambini con scarsa maturità, bambini molto piccoli, o con tendenze allucinatorie, con problematiche di ritiro nella fantasia e dipendenza da internet. Se i vostri figli sono adolescenti e vi è impossibile giocare con loro per la prima volta, consiglio a voi di scaricare l’applicazione per farvi un’idea, questa può divenire anche un’ottima scusa per fare in modo che vostro figlio vi aiuti ad imparare a giocare.
  3. In generale per i videogiochi in rete, è necessario che il genitore bilanci una buona dose di DIALOGO e CONTROLLO, non si può pensare che un ragazzino a dodici anni abbia già maturato in sé il senso della privacy, pertanto è necessario che sia l’adulto a spiegarglielo, ma anche a tutelarlo, apportando un monitoraggio delle attività online del figlio. È importante che si insegni ai ragazzi a poter parlare con un riferimento quando insorge una problematica, ma anche fornire degli avvertimenti ai figli come: non condividere info personali online a persone che non si conoscono; quando si gioca a Pokemon Go, dato che questo spinge i giocatori della città a radunarsi presso dei punti specifici, non fidarsi immediatamente di persone estranee o appena conosciute;  fare attenzione a che tipo di persone vengono frequentate per giocare a questi giochi, ecc.
  4. PROPORRE ai vostri figli attività alternative, che possano per loro essere altrettanto interessanti, come attività sportive, condivisione di interessi comuni, ecc. 
 
Insomma, non è vivamente sconsigliato giocare, è caldamente proposto di fare ciò con moderazione e continuando a nutrirsi di relazioni significative.
Rimanete connessi!

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Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da oltre 3 anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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    "Mamme Connesse" è un blog che nasce per le madri desiderose di comprendere qualcosa in più sulle trasformazioni psicologiche, affettive e relazionali, dovute al mondo digitale, in cui i loro figli si addentrano tutti i giorni come nativi digitali.
    ​Obiettivo del blog è anche quello di dare alcune psicoricette alle madri, per poter affrontare al meglio quelle situazioni ormai quotidiane innescate dalla rivoluzione tecnologica.

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