"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Spaventati dalla novità che rappresenta il web, i genitori odierni, non solo si trovano a gestire le difficoltà di buona norma con i propri figli, che essi siano bambini o adolescenti, ma in aggiunta si trovano a gestire anche le loro dinamiche attivate dagli strumenti digitali, che sicuramente i loro genitori e nonni non avevano dovuto considerare in precedenza. Talvolta, ci soffermiamo solo sulle modalità negative che l’utilizzo del digitale può scatenare ed in particolare, in alcuni soggetti, si può correre incontro ad alcune forme di problematiche che lo stesso scatena, specie nelle forme del ritiro sociale, che portano evidenza di quanto il ragazzo presenti serie difficoltà soprattutto affettive. Tuttavia, il digitale in se stesso non rappresenta una minaccia alla salute dei ragazzi, non può essere infatti paragonato ad una sostanza psicoattiva, come una droga, ma la sua capacità di creare dipendenza dipende dalla modalità di utilizzo del suo interlocutore, che rischia, appunto, di distaccarsi dalla realtà di tutti i giorni e sostituire le relazioni, perfino quelle genitoriali, con quelle virtuali. Spesso quando questo avviene, è perché a monte, gli adulti vicino a lui, glielo hanno permesso, utilizzandolo come sostituto della loro presenza, tuttavia se c’è una cosa chiara è che i bambini quando vengono al mondo non hanno bisogno di un tablet, ma di noi. Eppure non tutto ciò che viene sfornato dal web è deleterio, o minaccia la salute psichica dei ragazzi. E d’altronde se avessimo avuto questa opportunità, anche noi l’avremmo sfruttata, dunque è importante tenere osservati certi parametri come quelli del ritiro sociale, la quantità di tempo connessi, che contenuti vengono visionati, imparando a conoscere i ragazzi sin dall’infanzia e cercando di conoscerne gli interessi e le caratteristiche, ma poi risulta fondamentale anche fidarsi di loro e della loro capacità di prendere queste nuove dinamiche come un’opportunità aggiuntiva a quelle dei decenni scorsi. E allora cosa può esserci di buono in questo nuovo sistema mondiale, dove il web sembra acquisire sempre maggiore importanza? 1. Per gli adolescenti è un’enorme opportunità di comunicazione: è vero che è un tipo di comunicazione parziale, in quanto spesso non include il corpo, quindi non veicola emozioni, che su internet si limitano ad essere espresse dalle emoticon, ma sicuramente offre la possibilità di essere dall’altra parte del mondo eppure continuare a sentirsi, come accaduto ad una ragazzina che seguo: la migliore amica, a seguito di vicende famigliari, si è dovuta trasferire in Inghilterra, eppure i nuovi strumenti hanno dato a Rachele la possibilità di continuare a sentirla, sia via Skype, sia via Whatsapp in modo regolare e giornaliero e rendendo meno brusco e inaccettabile il distacco. 2. A volte consente a problematiche psicologiche più profonde di mantenersi tutto sommato accettabili: specialmente in alcune forme di perdita di contatto con la realtà, il digitale, aiuta la persona ad utilizzare un intermediario tra il distacco completo e la realtà quotidiana. Il ragazzo, in questo caso, si costruisce un personaggio, profilo o avatar virtuale, che rappresenta virtualmente se stesso o quello che vorrebbe essere, in alcuni casi questo in psicoterapia aiuta il professionista nel lavoro su alcune dinamiche interne della persona, senza parlare direttamente di lei, rendendole maggiormente accettabili. 3. I ragazzi hanno accesso a tantissime informazioni: questo è sia un male, ma anche un bene, poiché, specialmente in adolescenza, i ragazzi possono cercare e trovare in varie possibilità offerte dal web, quello a cui vogliono aspirare, oppure possono seguire più facilmente personaggi che li ispirano e proseguire nella loro crescita. Si spera, ovviamente, che i modelli seguiti non siano sconsiderati, ma davvero l’offerta è tanta e la possibilità di confrontarsi con diverse realtà permette loro di mettersi in discussione, o di riflettere e poi di scegliere opzioni migliori. Se abbiamo imparato a conoscerli, ad essere per loro presenti e fidarci di loro, anche se in alcuni momenti sarà difficoltoso e ci provocherà non poche ansie, allora, potremmo creare una connessione che va al di là di qualsiasi router. Rimanete Connesse! Sono psicologa presso studi privati e specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma e Fidenza relativi all'ambito minorile e alla tutela minori, collaboro con altri psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali, educatori ed insegnanti. Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative, affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Sono autrice del blog "Mamme Connesse", il quale intende essere punto di riflessione ed informazione per i genitori, i loro figli e le nuove dinamiche derivanti dall'utilizzo dei nuovi strumenti digitali, i cui articoli sono pubblicati anche dal portale GuidaPsicologi.it, con lo stesso obiettivo sono chiamata come formatrice per i genitori in diverse scuole del territorio con il format "Genitori Connessi". Sono psicologa dello sport per allenatori e giocatori del settore giovanile e prima squadra (serie D) della società Fulgor Pallacanestro di Fidenza, sostenendo entrambi nel continuo lavoro psicocorporeo, di motivazione e leadership e nelle dinamiche di gruppo del team. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi
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