"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Settembre, da me interpretato come il mese della scuola per eccellenza, ci ha portati a riflettere sul tipo di apprendimento dei nativi digitali, sul tipo di capacità attentive di cui dispongono odiernamente bambini e ragazzi, infine abbiamo dato un contributo molto importante intervistando una maestra 2.0 da anni, Rita Marchignoli, che spiega in modo competente cosa avviene in una classe digitale e come. Anche un altro personaggio di fama mondiale Mark Zuckerberg, nel mese di agosto-settembre ha investito denaro in progetti riguardanti l’ideazione di nuove tecnologie in ambito medico, per far si che tutti i bambini del mondo possano essere curati dalle malattie, anche gravi, che li possono affliggere e soprattutto in ambito scolastico o di apprendimento, per cui il fondatore di Facebook sta mettendo a disposizione degli strumenti digitali per ogni scuola del progetto Summit Personalized Learning, cosicchè ogni suo alunno possa imparare seguendo le proprie predisposizioni all’apprendimento. La linea che verrà seguita a livello mondiale nel prossimo futuro, sarà dunque quella di rendere l’apprendimento scolastico il più personalizzato possibile, con programmi ed insegnanti che avranno le capacità di far sviluppare agli studenti il proprio potenziale. È chiaro dunque, che non è tanto la tecnologia ad essere problematica, come diceva anche la maestra Rita, ma piuttosto un uso sconsiderato di tali strumenti, utilizzo che deve essere mediato dall’adulto. Oggi, come conclusione del mese della scuola, vorrei lasciare qualche “buona pratica” di base per i genitori, in merito ai momenti più caldi della quotidianità, come quello di portare il proprio figlio/a ad iniziare i compiti. Spesso, anche nelle migliori famiglie, accade che questa situazione diventi una lotta quotidiana, lotta che decide tra il bambino che effettivamente riesce a mettersi nella condizione di studiare e il bambino che invece continua sulla linea di giocare al Game Boy, Tablet e quant’altro. Ecco quindi 3 regole per rendere la “situazione compiti” meno conflittuale: 1. Differenziare tra strumenti digitali utili e strumenti digitali di intrattenimento: è necessario che anche i genitori si rendano consapevoli di quali siano gli strumenti digitali “utili”, ovvero quelli che possano portare ad una forma di apprendimento del figlio e propria, come accedere ad applicazioni per condividere testi di scrittura e presentazione, strumenti che supportino la possibilità di insegnare al bambino a “fare codice”, video riguardanti un preciso argomento scolastico, ecc. ed invece quei mezzi tecnologici di mero intrattenimento come i social network (Facebook, Instagram, Twitter , Snapchat e altri), i video riguardanti coetanei che giocano, o intrattengono con scherzi, i video sui propri supereroi preferiti, la musica, ecc. Non è che gli strumenti di intrattenimento siano demoniaci e non vadano utilizzati, ma richiedono un’attenzione particolare e sicuramente debbono essere utilizzati con parsimonia specie in età infantile e in un tempo stabilito. Se vostro figlio riuscirà a discernere la differenza tra l’una e l’altra realtà, poiché anche voi ne fate un diverso utilizzo, allora sarà molto più semplice seguire le prossime regole; 2. Utilizzare la tecnologia di intrattenimento come PREMIO: una volta che si è compreso come discernere tra strumenti digitali “utili” e di “intrattenimento”, questi ultimi vanno utilizzati come premio o motivazione per il bambino. Questo significa che se vostro figlio ha svolto il compito in modo adeguato avrà poi diritto a svagarsi; d’altro canto anche durante lo svolgimento dei compiti, se il bambino risulterà stanco o poco produttivo, lo si potrà incalzare o meglio motivare, dicendogli che alla fine potrà fare merenda e svagarsi con i suoi video preferiti, quest’ultima opzione è un potentissimo incoraggiamento anche con bambini con difficoltà di attenzione e iperattività. Tali strumenti vanno utilizzati sempre DOPO lo svolgimento dei compiti e non prima, poiché tendono ad attivare molto il bambino e farlo rimanere là con la testa, invece che sul compito. 3. Interrompere l’escalation: se il bambino ha avuto accesso agli strumenti di intrattenimento prima di iniziare i compiti e non demorde nel volerli lasciare a scapito dei compiti da svolgere, allora non bisogna assolutamente andare incontro all’escalation! Ovvero non bisogna cadere nella trappola della rabbia, per cui ci si sente non ascoltati dai propri figli e si esplode urlando loro di spegnere quell’aggeggio che hanno in mano. No! Pensiamo che probabilmente il bambino ha difficoltà a staccarsi da solo dall’oggetto, non conosce ancora bene il limite e noi glielo dobbiamo insegnare, perciò ci avvicineremo a lui, ci siederemo accanto, gli metteremo una mano sul braccio o la spalla e chiederemo attenzione, di essere guardati negli occhi. Può essere che subito vostro figlio non lo faccia, ma vi assicuro che la vostra mano a contatto ha già interrotto la sua totale attenzione allo schermo e vi sta già sentendo, poiché il contatto è il più recondito bisogno dell’uomo e le forme di contatto influenzano tantissimo il proprio interlocutore. Fatto ciò si chiederà di spegnere, o di guardare l’ultimissima cosa e di fare insieme i compiti. Ricordiamoci sempre che il bambino non può da solo essere in grado di fare qualcosa che noi non gli abbiamo insegnato, perciò ancora una volta diamo significato! Rimanete Connesse! Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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