"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
24/1/2017 1 Comment Disturbi alimentari amplificati dalla cultura digitale: come i genitori possono prevenireIeri incontro una ragazza in studio e dopo mesi che parliamo della sua condizione di adolescente a casa, trova sulla porta, che sta per entrare da una collega, una compagna di classe caduta nella trappola potenzialmente mortale dell’anoressia. Mi spiega come prima di quell’esperienza la sua compagna fosse piena di energie, “una di quelle che fanno casino”, ora, invece, c’è il silenzio al suo banco, dorme, o rimane attaccata al termosifone. La ragazza spiega come sia tutta colpa del suo ex fidanzato, che per lasciarla, le ha comunicato di desiderare un’altra ragazza più magra di lei, dice che loro in classe hanno provato a farle comprendere in tutti i modi che non è vero che è grassa, che deve smetterla, che sta esagerando, la sua migliore amica, mi dice, le spiattella le cose in faccia. Forse le potrebbe far bene, ma tra poco la ricovereranno e non è l’unica nella scuola. Anche questa esperienza di enorme preoccupazione per lei, di paura che possa rimetterci la vita, di disagio profondo che la compagna sta vivendo, viene trasportata ed amplificata su alcuni social media. Su Ask, mi spiega la mia paziente, “ti danno i voti. A me la più popolare della città ha dato 8.5, mentre un’altra, che è pure antipatica, mi ha dato 8-, ti pare? Questa non ha capito nulla!”, le chiedo se non ne hanno abbastanza di essere valutate a scuola, se non si sentono catalogate e con che metro ci si voti. Lei afferma che, infatti, preferisce scrivere un commento piuttosto che dare il voto, magari lasciando scritto che quella persona è molto simpatica; in pratica mi sembra che si recensiscano l’uno con l’altro, come se fossimo su un sito di alberghi, con la differenza che l’hotel lo valuti per il servizio, mentre loro si valutano per simpatia, bellezza e ovviamente popolarità e mentre l’albergo è inanimato, loro non lo sono. La ragazza dice che su Ask, alla compagna sopracitata, scrivono che ora fa schifo e che preferivano quando prima era più in carne, oppure altri cercano di incoraggiarla dandole 10. Mi dice che non sa se le faccia proprio bene, perché: “e se poi capisse che 10 è per la forma scheletrica odierna e questo la incitasse?”. Mi fa subito sapere che anche lei ha iniziato la palestra per tenersi in forma e che sta più attenta al cibo, le chiedo come gestisca se stessa ed il suo corpo, se si piaccia. Abbassa lo sguardo, muta, le chiedo se preferirebbe essere più magra e risponde di sì. Dice che: “forse non piaci più se sei 3 chili, ma che 6, probabilmente, sono il peso perfetto” tentando di ironizzare, quello che invece è la realtà che vivono tutti i giorni. S. spiega anche che ad alcune, nonostante siano brutte, mettano 10 per non farle sentire fuori luogo, mentre lei ritiene che sia un’ingiustizia e che queste, probabilmente non dovrebbero nemmeno iscriversi al social. Che poi di sociale non riesco ancora a comprendere cosa abbia, se non un inquietante bisogno di approvazione, di visibilità e di essere riconosciuti Per non parlare di quelle Community su Internet che inneggiano all’anoressia: orde di ragazzine si scrivono controllandosi a vicenda su ciò che ingeriscono, contando le calorie, facendo la gara a chi riesce a sopravvivere con solo un bicchiere d’acqua al giorno e purtroppo non è fantascienza, sono completamente ignare di quello che succederà al loro corpo, ai danni, spesso anche gravi, che comporta l’astensione completa dal cibo e che, alcuni, rimarranno presenti per tutta la vita, come la deformazione delle ossa, il malfunzionamento di alcuni organi, la distruzione di denti e capelli, l’assenza di ciclo mestruale, per non andare oltre. Eppure S. ha un’infinità di talenti, tra cui il fatto che è molto divertente, proprio come la sua compagna piena di energie, fa ridere anche una psicologa durante le sedute, il che non è impresa facile; ha una forza straordinaria e abilità di leadership che potrebbero essere sviluppate, eppure di lei, come di altre ragazze, viene rimandato solo un numero, una valutazione, una votazione, come se ci fosse una giuria con i paletti, come se fossimo ad un perenne concorso di bellezza. E la giuria è la più infame: i coetanei, che assicuro non essere per nulla indulgenti gli uni con gli altri, anzi attenti a spulciare il minimo segnale di debolezza o fragilità. Sicuramente non è direttamente colpa dell’avvento dei social network e della digitalizzazione se ciò accade, ma altrettanto sicuramente, alcune forme di disagio psichico emergono all’interno della cultura a cui appartengono ed è chiaro che nella cultura della visibilità, della prestazione, del successo, della bellezza e della perfezione, questo ed altri disagi, amplificati dalle nuove forme di comunicazione, diverranno sempre più presenti. Perciò appare chiara l’importanza dei genitori e la loro abilità ad incoraggiare il proprio figlio/a, la necessità che conoscano queste dinamiche e che riconoscano autenticamente l’essenza del ragazzo/a, nel bene e nel male, nei pregi e nei difetti e che li amino per quello che sono, senza prestazioni, senza perfezione, senza utilizzarli come mezzo per vantarsi con gli altri genitori, senza pretese, così come l’amore incondizionato dovrebbe essere. Rimanete Connesse! Sono psicologa presso studi privati e specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma e Fidenza relativi all'ambito minorile e alla tutela minori, collaboro con altri psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali, educatori ed insegnanti. Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative, affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Sono autrice del blog "Mamme Connesse", il quale intende essere punto di riflessione ed informazione per i genitori, i loro figli e le nuove dinamiche derivanti dall'utilizzo dei nuovi strumenti digitali, i cui articoli sono pubblicati anche dal portale GuidaPsicologi.it, con lo stesso obiettivo sono chiamata come formatrice per i genitori in diverse scuole del territorio con il format "Genitori Connessi". Sono psicologa dello sport per allenatori e giocatori del settore giovanile e prima squadra (serie D) della società Fulgor Pallacanestro di Fidenza, sostenendo entrambi nel continuo lavoro psicocorporeo, di motivazione e leadership e nelle dinamiche di gruppo del team. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi
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