Dott.ssa Sara Moruzzi | Psicologa Parma e Fidenza
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Informazioni virtuali per connessioni reali. 
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo
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14/6/2017 0 Comments

Che caratteristiche psicologiche hanno i Social? - Instagram, Facebook e Youtube a confronto

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La scorsa settimana ho letto un articolo sul benessere o malessere generato dai Social Networks in un campione di più di 1400 ragazzi tra i 14 ed i 24 anni, i quali hanno indicato Instagram come il Media peggiore per quanto riguarda la salute mentale e così ho voluto provare a vedere cosa rispondevano i miei ragazzi in merito, quindi ho chiesto loro quale Social Network  crea un impatto significativo sulle loro vite e perché.

Katia entra in studio, posa il suo cellulare sulla scrivania, rivolto verso il basso, sulla cover :“Oh, ma ce la fai?!” e quando le chiedo che Social possieda, mi dice di aver scaricato solo Instagram (ha appena compiuto 13 anni, età minima per avere il Social, ma lei lo possiede già da diverso tempo). Katia mi spiega che Instagram le piace perché può mettere le foto di lei e dei suoi amici, che però teme che la contattino persone di 40 anni e che quando non conosce qualcuno le è stato insegnato di bloccarlo.
Marco ha sia Facebook che Instagram che Youtube e li utilizza per comprendere come funziona il mondo, per tenersi in contatto con i suoi amici, che però fatica a farsi nelle realtà non virtuale. Secondo lui, Instagram è peggio di tutti gli altri perché lo tiene sveglio a chattare fino a tarda notte e contemporaneamente  lo apprezza perché attraverso gli hashtag lo mantiene in contatto con i suoi bizzarri interessi.

Questi solo due punti di vista dei ragazzi di oggi, due da aggiungere alla ricerca della American Academy of Pediatrics, secondo cui i Social Network hanno sia caratteristiche positive, sia negative da cui bisogna proteggersi e verso il termine dell’articolo vedremo come.  La classifica dei Social che creano maggior malessere è il seguente:

Instagram: nonostante permetta ai ragazzi di esprimersi nella loro creatività e nella loro fisicità, portandoli a pubblicare e condividere  sempre più su loro stessi, d’altra parte è quel Social che porta a continue critiche perché attraverso gli hashtag i ragazzi creano degli interessi comuni in cui pubblicare e, a volte, capita che questi riguardino il malessere, incitando a formare gruppi di ragazze anoressiche che pubblicano in merito, generando hashtag per il suicidio e via dicendo. Inoltre, Instagram colpisce tantissimo la percezione della propria immagine corporea e della propria immagine rispetto agli altri, ponendo degli ideali quasi irraggiungibili, ideali che magari provengono, in realtà, da modificazioni di fotografie attraverso Photoshop. Per questo nell’ultima campagna delle politiche sui marchi d’abbigliamento, in Francia, è passata la legge per cui è obbligatorio riportare sulla foto delle riviste se questa è stata ritoccata. Infine, Instagram mette i ragazzi nella cosiddetta sensazione di “fear of missing out” (sindrome FOMO), ovvero quella sensazione che se non si rimane connessi si verrà tagliati fuori, generando ansia e panico e dipendenza (2 ragazzi su 3 riportano questo dato).

Facebook: nonostante permetta alle persone di poter rimanere in contatto anche se dall’altra parte del mondo, Facebook accresce la possibilità di generare ansia ed invidia sulle cose possedute dagli altri in confronto alle proprie e soprattutto genera la possibilità di entrare in contatto con contenuti o persone con intenzioni non adatte alla propria età, non a caso l’età minima per essere su questo Social è la maggiore età, poiché aumentano le probabilità di essere vittime di cyber-bullismo, di adescamento e di vendita di prodotti.

Youtube: permette l’espressione di sé e delle proprie conoscenze o interessi, inoltre, promuove la conoscenza e la comprensione, invece può creare danni al benessere nel momento in cui il ragazzo non riesce a fare a meno dell’intrattenimento e lo prolunga anche durante l’orario notturno.

Tuttavia, tutte queste caratteristiche negative possono essere arginate, o ridimensionate attraverso alcune semplici azioni, come quella fatta in Francia per segnalare le foto manipolate digitalmente, ma anche attraverso la consapevolizzazione dei bambini e dei ragazzi dei canali che stanno andando ad utilizzare. Ciò può avvenire grazie alle famiglie, ma deve divenire un must all’interno di scuole e centri aggregativi dove i ragazzi si ritrovano. Questo argomento dovrebbe venir affrontato da professionisti del settore, che le famiglie stesse dovrebbero richiedere agli istituti scolastici.
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Quindi a Settembre, al rientro delle ferie, cosa fare?
Rimanete Connesse.

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Sono psicologa presso studi privati e specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma e Fidenza relativi all'ambito minorile e alla tutela minori, collaboro con altri psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali, educatori ed insegnanti. Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative, affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. ​ Sono autrice del blog "Mamme Connesse", il quale intende essere punto di riflessione ed informazione per i genitori, i loro figli e le nuove dinamiche derivanti dall'utilizzo dei nuovi strumenti digitali, i cui articoli sono pubblicati anche dal portale GuidaPsicologi.it, con lo stesso obiettivo sono chiamata come formatrice per i genitori in diverse scuole del territorio con il format "Genitori Connessi". Sono psicologa dello sport per allenatori e giocatori del settore giovanile e prima squadra (serie D) della società Fulgor Pallacanestro di Fidenza, sostenendo entrambi nel continuo lavoro psicocorporeo, di motivazione e leadership e nelle dinamiche di gruppo del team. ​ Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi
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    "Mamme Connesse" è un blog che nasce per le madri desiderose di comprendere qualcosa in più sulle trasformazioni psicologiche, affettive e relazionali, dovute al mondo digitale, in cui i loro figli si addentrano tutti i giorni come nativi digitali.
    ​Obiettivo del blog è anche quello di dare alcune psicoricette alle madri, per poter affrontare al meglio quelle situazioni ormai quotidiane innescate dalla rivoluzione tecnologica.

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