"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Perché i social network come Facebook, Instagram, Snapchat, Whatsapp ed altri sono entrati così massivamente a far parte della vita di adulti, adolescenti e più piccini? Quali sono quelle caratteristiche interne nostre che vengono irrimediabilmente attratte da questi mondi sociali virtuali? Fin dall’infanzia, dalla sua nascita, l’uomo necessita di soddisfare dei propri bisogni fondamentali, tipici nella propria specie. Maslow, nel 1954, fu il primo a comprendere che questi bisogni si disponevano in una sequenza gerarchica, dove, solo se le prime necessità venivano soddisfatte, allora la persona avrebbe avuto accesso alle fasi successive. In particolare, lo studioso statunitense individuò cinque bisogni fondamentali dell’uomo, partendo dal più primitivo, arrivando a quello maggiormente evoluto: 1. Bisogni fisiologici e di ricevere cure; 2. Bisogno di protezione e sicurezza; 3. Bisogni di appartenenza; 4. Bisogni di riconoscimento e stima; 5. Bisogni di autorealizzazione. Questi bisogni profondi dell’essere umano, possono essere a tutt’oggi soddisfatti dall’uomo attraverso diverse storie di vita e sempre più frequentemente, in queste storie di vita, compaiono i nuovi mezzi tecnologici di cui disponiamo. Infatti, anche i cosiddetti social, danno all’uomo la possibilità, ma anche la necessità di trovare soddisfazione dei propri bisogni di appartenenza, creando delle community, dei veri e propri gruppi virtuali all’interno della rete, con aspirazione a far valere le proprie idee, ad essere rappresentativi dei propri ruoli: amici, madri, padri, professionisti, ecc. Gli adolescenti poi, tentano di abitare alcuni social tipicamente loro, come Instagram o Snapchat, per sostenersi vicendevolmente e tenersi lontano dal mondo adulto, per rafforzare il loro senso di appartenenza a quel periodo della vita, in cui si pensa di avere acquisito tutte le capacità e consapevolezze che era necessario avere e di poterle sfruttare come e quando viene ritenuto opportuno. La rete è poi un luogo dove chiedere e dare conferme. Un like, un follower, sono la conferma di piacere, di essere seguiti poiché interessanti, è un luogo dove il proprio narcisismo naturale, cioè il bisogno di riconoscimento del proprio Io, di affermazione di questo, viene molto spesso sollecitato sia positivamente, che in modo negativo. A molti sarà infatti successo di non rimanere bene poiché colui che prima era un amico su Facebook, ci ha cancellati dalle amicizie, come se un click avesse realmente il potere di cancellare un rapporto o delle esperienze fatte insieme. In una logica del tutto magica, dove la reazione ad un evento tale potrebbe essere quella di accusare il colpo, piuttosto che provare a parlarne con il diretto interessato, ma anche quella di iniziare un conflitto aperto sui social, segno che forse il nostro narcisismo qualche carenza l’ha già subita. E poi sognare di avere migliaia di persone che seguono la nostra pagina, il nostro canale Youtube, ma anche solo farsi qualche selfie ogni giorno ed ottenere tutti i like del proprio paesino, per aspirare a divenire celebrità sulla rete, delle web star, per soddisfare quell’Ideale dell’Io, quella persona che vorremmo diventare, per essere auto realizzati, pienamente soddisfatti di noi stessi. Poiché, di nuovo, l’autorealizzazione passa attraverso la conferma altrui. Si potrebbe pensare che i social non riescano, però, a soddisfare i bisogni primari iniziali dell’uomo, come la necessità di sicurezza e di protezione ed invece il sentirsi approvati e confermati ci fa sentire al sicuro. Spesso il web stesso permette ai ragazzi di non cimentarsi in relazioni reali, amicali o intime, ma di poter frapporre una barriera tra loro e la loro difficoltà di relazionarsi realmente, utilizzando il mezzo, di fatto, come una protezione. Infine, potrebbe risultare impossibile che la rete possa soddisfare il primissimo bisogno fisiologico e di cura dell’essere umano, potremmo pensare che almeno quello, possa rimanere gestito e veicolato da un altro essere umano. Eppure, studi recenti dimostrano che, mentre fino a dieci anni fa, gli stimoli più salienti per un neonato fossero il volto e la voce materna, ad oggi gli studi confermano che lo stimolo preponderante siano gli schermi luminosi, in un’ottica in cui anche la madre, mentre è impegnata ad allattare il proprio figlio, cerca ancora di soddisfare i propri bisogni, invece che quelli del neonato. Avviene così un mancato contenimento al bambino, una mancata trasmissione della capacità di riconoscimento e gestione delle emozioni e degli affetti, delle capacità relazionali; il neonato dirigerà l’attenzione anch’esso al telefono, come unico contenitore del proprio bisogno di cure. Per questo e per altre problematiche, nei casi più gravi, il bambino, o ragazzo si rinchiude in camera, senza mangiare né dormire, per rimanere ancorato alla rete che gli dovrebbe garantire tutto il sostentamento di cui necessita, segno di problematiche avvenute a livello dei propri nuclei profondi, non correttamente formati, o riconosciuti e rimasti svuotati. Detto ciò, possiamo solo sentire ed immaginare quale sia l’importanza della presenza di un adulto sufficientemente buono. Quindi, per avere figli capaci di distinguere tra la realtà ed il virtuale, quanto credete importante e fondamentale, che in primis, anche i vostri bisogni e le vostre necessità possano essere psicologicamente soddisfatti, come genitori, ma soprattutto come essere umani?! Rimanete Connessi! Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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