"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Come accade che alcuni ragazzi e bambini adoperino più facilmente fattori di protezione dai rischi piuttosto di altri coetanei? Come abbiamo osservato negli articoli precedenti, alcuni ragazzi tendono maggiormente ad incorrere in situazioni, contesti e relazioni disfunzionali, o comunque al limite del disagio. Questo elemento sembrerebbe appartenere maggiormente a quegli adolescenti con carenze affettive, o trascuratezza/abuso/violenza negli ambienti familiari o extrafamiliari, a coloro che hanno come caratteristica temperamentale quella di essere spesso alla ricerca di forti emozioni, a coloro che godono di una bassa autostima e tanto altro. Altri adolescenti, invece, sembrano riuscire meglio nell’impiegare le risorse a disposizione a proprio vantaggio; ciò in generale avviene nella vita, ma anche riguardo all’utilizzo delle nuove tecnologie. In particolar modo, per far sì che un ragazzo abbia a disposizione proprie armi da poter utilizzare di fronte al pericolo, per esempio del cyberbullismo o del sexting, è consigliabile far sì che il bambino sviluppi: 1. EMPATIA: ovvero la capacità di mettersi nei panni degli altri, ma anche di conoscere profondamente se stessi. Infatti, l’empatia è una risorsa se la capacità di mettersi nei panni altrui avviene senza essere schiacciati dal mondo dell’altro, in quel caso non si parla più di empatia, ma di emotività. Essere empatici presuppone che la persona abbia ben chiaro dove iniziano e terminano i propri confini e quelli dell’altro. Educare all’empatia è educare il bambino alla definizione della propria identità, riconoscendo al contempo l’identità e gli stati d’animo altrui come possibili e gestibili. Come educare all’empatia? Ascoltate maggiormente i vostri figli, con un’attenzione affettuosa, accogliendo quello che riportano, ma anche spronandoli a cambiare atteggiamento se necessario. 2. AUTOSTIMA: avere fiducia e stima in sé, come dice la parola stessa, la capacità di darsi valore e di valorizzarsi come persona, nonostante le difficoltà o fragilità che ognuno di noi può avere, è la condizione fondamentale per proteggersi dal pericolo, o chiamare qualcuno in soccorso. Molte ricerche hanno evidenziato che una scarsa autostima nei ragazzi produce maggiore insicurezza e funziona da gioco-forza per il bullo che li perseguita online o offline. Come educare all’autostima? Valorizzate i vostri bambini, valorizzate le loro risorse. Nessuno è costituito solo da fragilità, perciò cercate di comprendere quali sono le abilità dei vostri bambini e incoraggiatele! 3. RESILIENZA: è la capacità di un individuo di elaborare il dolore proveniente da un evento potenzialmente traumatico, superandolo e da esso sviluppando nuove risorse. Se avete educato i bambini alle prime due componenti, la terza risulterà pressochè consequenziale, infatti, avere resilienza significa anche poter contare su figure di riferimento che ci possano nutrire ed accogliere quando ne abbiamo maggiormente bisogno, ossia nei momenti difficili. Queste persone ci permetteranno e ci daranno il tempo di affrontare i nostri dolori e così, ci permetteranno anche di sviluppare noi stessi delle capacità che prima non pensavamo nemmeno di avere! Cambiare e sviluppare nuove competenze o abilità per affrontare il mondo è la dinamica fondamentale per la resilienza. Come educare alla resilienza? Insegnate ai bambini ad essere consapevoli, indipendenti, a sviluppare relazioni positive, ad avere iniziativa, a liberare creatività ed intuito, a migliorare la propria etica e la capacità dell’umorismo. Un’ultima cosa ritengo importante che conosciate e che credo sia il segreto per poter insegnare queste capacità ad un altro essere umano, in primis, bisognerebbe nutrire noi stessi con esse! Poiché non posso mostrare a qualcun altro qualcosa che io non conosco. Rimanete Connesse! Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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