"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Ormai da quasi una settimana è stata introdotta su Instagram, noto social di foto e video brevi, la possibilità di fare dirette video. Tra gli adolescenti è la novità migliore che potesse essere sviluppata ed era notevolmente attesa, dato che coetanei di altri Paesi già ne erano in possesso, come statunitensi ed inglesi. Questo consente loro di riprendersi con il cellulare ed essere online in ogni momento, pure quando sono a scuola. Una bella gatta da pelare per gli Istituti, poiché rischia, se male utilizzata, di essere una possibilità per infrangere le regole, anche legali, sulla privacy. Riccardo, un ragazzo già abituato a disertare la scuola, mi spiega come ora sia del tutto inutile andarci, dato che i suoi compagni di classe pubblicano online dei video della mattinata, spiego lui che, chiaramente, i video immagino non riguardino le lezioni. Sorride. Spero che i Presidi ne siano informati. Ecco, queste notizie, che ad oggi sono quelle che cambiano lo stile di vita dei ragazzi, dovrebbero essere in prima pagina, dando spunto a genitori, insegnanti, formatori ed educatori sul come agire in merito. R. ride dicendo che un compagno di classe si è ripreso nello spogliatoio in braghette a torso nudo, non oso immaginare se lo facesse una ragazza, ma so già che non ci siamo troppo lontani. Successivamente, mi mostra un video di altri due ragazzi che segue. Il video è girato proprio in quel momento e i due ragazzi, che si stanno riprendendo, salutano Riccardo, poiché possono vedere chi li sta guardando; lui dice che è una cosa strana, sembra di essere lì con loro, eppure prima di questo anno di lavoro, non usciva più di casa da tre anni. Ora ha ripreso saltuariamente scuola, riesce ad andare in autobus da solo, ha avuto una fidanzatina e altri flirt, ogni tanto esce con degli amici, specialmente uno. Come psicologa, con R. e altri, ogni giorno devo rendere interessante l’esterno più di quanto questo non li spaventi, dando motivazioni convincenti del perché dovrebbero affrontare le loro paure e la loro vergogna, piuttosto che rimanere a casa, davanti alla loro “nuova TV”, che offre un panorama completo di quello che stanno facendo i coetanei in quel momento, metà dei quali sono sul divano a guardarsi attraverso l’oblò del telefonino. È molto complesso, un marchingegno di persone che si visualizzano a vicenda e si salutano per far sì che quella persona si senta presa in considerazione e che ritorni a fargli visita e li faccia essere nuovamente visualizzati. La società odierna si basa su questo, sulla visibilità, e c’è chi sicuramente è in grado di trarne beneficio senza esserne scalzato, ma difficilmente non si paga un prezzo a quindici/sedici anni, se si è soli a gestire questo nuovo mondo. Tra i mille ragionamenti che possono essere fatti, uno in particolare appare lampante, la società che costruiamo è sempre meno autentica e sempre più proiettata verso la prestazione e queste centinaia di ragazzi stanno chiaramente protestando. Sì, utilizzano il digitale, ma poi non escono più di casa, si nascondono dall’occhio della telecamera, specie quelli a cui non viene naturale starci davanti. Non siamo tutti fatti allo stesso modo, ma attualmente il conformismo, l’essere tutti uguali è un obiettivo piuttosto in voga. I ragazzi, in fondo, sperano che non sia così e quando interagiscono con un adulto, sperano che questo sia in grado di tirare fuori quello che lui o lei è realmente: i suoi talenti, le sue caratteristiche, i suoi pregi e difetti, che lo aiuti a crescere in quel senso, che lo direzioni. Alla fine quello che desidererebbero non è essere visualizzati, ma essere visti. R. ha recentemente visto un attore parlare del fatto che ai suoi tempi fosse molto più facile comprendere chi si fosse, poiché ognuno era chiamato a far questa ricerca su se stesso ed, al massimo, poteva confrontarsi con quelli che erano i suoi compagni di classe, la sua cittadina, mentre ora è molto più difficile comprendere chi si è, in mezzo a questo flusso di informazioni e pezzi di vita di altri. Potenzialmente ci si potrebbe confrontare con tutto il mondo. Ma il compito della vita, non è paragonarsi ad altri, piuttosto realizzare se stessi, superandosi e migliorandosi sempre di più e loro hanno proprio bisogno di qualcuno che, autenticamente, li accompagni nel cammino. Rimanete Connesse! Sono psicologa presso studi privati e specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma e Fidenza relativi all'ambito minorile e alla tutela minori, collaboro con altri psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali, educatori ed insegnanti. Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative, affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Sono autrice del blog "Mamme Connesse", il quale intende essere punto di riflessione ed informazione per i genitori, i loro figli e le nuove dinamiche derivanti dall'utilizzo dei nuovi strumenti digitali, i cui articoli sono pubblicati anche dal portale GuidaPsicologi.it, con lo stesso obiettivo sono chiamata come formatrice per i genitori in diverse scuole del territorio con il format "Genitori Connessi". Sono psicologa dello sport per allenatori e giocatori del settore giovanile e prima squadra (serie D) della società Fulgor Pallacanestro di Fidenza, sostenendo entrambi nel continuo lavoro psicocorporeo, di motivazione e leadership e nelle dinamiche di gruppo del team. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi
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