"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
.Dalla prossima settimana, parteciperò nel mio distretto socio-sanitario a dei Focus Group presso il Dipartimento Dipendenze Patologiche (SER.T), focus la cui tematica riguarderà proprio le cosiddette “nuove dipendenze”, le quali rimandando ad un abuso della connessione digitale, del gioco d’azzardo online, dell’impiego della propria intimità e sessualità online talvolta diretta ad altri adulti, tante altre volte no, al cyberbullismo ed altre tematiche. Per quanto riguarda gli adolescenti, essere costantemente connessi è ormai divenuta per loro una routine, poiché anche l’adulto a cui si rivolgono è spesso continuamente coinvolto online. A tal proposito, sarebbe necessaria una formazione psico-educativa e tecnica sia dei ragazzi che dei genitori rispetto al digitale, per intervenire in modo preventivo sui rischi che questa strumentazione porta con sé. Nell’epoca dell’utilizzo delle tecnologie, detto anche Quarta Rivoluzione Industriale, è difficile discernere quando un uso della rete può considerarsi nella norma, rispetto a quando la fruizione diventa abuso e poi dipendenza. Tuttavia sembrano rilevanti cinque caratteristiche che possono far da campanello d’allerta ai genitori, o ai docenti: 1. Il tempo trascorso online: sicuramente non solo il quantitativo di ore passate sul cellulare, piuttosto che a guardare video, piuttosto che a giocare con giochi dotati di connessione per interagire con altri giocatori, è predittivo di dipendenza, ma va dà sé che più il ragazzo si impegnerà online, più difficilmente svolgerà altre attività maggiormente costruttive e sempre più la realtà avrà tempo di essere soppiantata dal virtuale e dalle sue dinamiche; 2. Problemi nella qualità relazionale e interattiva del ragazzo: questa voce è forse una delle più importanti da considerare. Infatti, tale condizione si verifica quando l’uso di internet compromette le normali attività di tutti i giorni (lavoro, scuola, relazioni, sport, uscite con gli amici). Viene compromessa la capacità del minore di instaurare legami affettivi e duraturi nel reale, in quanto la realtà virtuale prende il sopravvento, fino ad arrivare alla mancata nutrizione, al mancato sonno, alla mancata cura di sé, ecc; 3. Tendenza ad utilizzare internet come distrazione dagli stress: quando il ragazzo per non provare dolore, ansia o stress si reca nel mondo virtuale delle infinite risorse e possibilità, bloccando di fatto l’insorgere delle emozioni positive o negative che non vuole o non riesce a sperimentare. Questi tentativi di risoluzione del problema non movimentano il problem solving del ragazzo e nemmeno la sua creatività per risolvere il problema, mentre portano al blocco emotivo e all’instaurarsi della dinamica dove la dipendenza viene percepita come risoluzione; 4. Possono già essere presenti altre forme di dipendenza: come per esempio il ragazzo fa utilizzo di sostanze, dalle più elementari come il tabacco, alle più pericolose come la cocaina o l’eroina e l’alcool; il minore ha caratteristiche di dipendenza relazionale, o è dotato di eccessive paure dovute a difficoltà sociali che portano alla fobia o all’isolamento; 5. Aumento di sintomatologie fisiche: rimanendo costantemente connesso, il ragazzo presenta anche problemi che si ripercuotono fisicamente, come la perdita di peso, cefalee, problemi di vista e tic, specie agli occhi. Se notate almeno tre di questi campanelli d’allarme, allora è consigliabile che si prenda contatto con un professionista. Rimanete Connesse! Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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