Dott.ssa Sara Moruzzi | Psicologa Parma e Fidenza
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​"Mamme Connesse"

Informazioni virtuali per connessioni reali. 
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo
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27/6/2017 0 Comments

Quali tecniche corporee per bambini contrastano la dipendenza da tecnologia?

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Impugno la sedia, davvero come se fosse una bicicletta e faccio finta di pedalare, nella scena sono marginale, ma stanno giocando la mia storia, inventata da me. È davvero importante provare sempre prima su se stessi  qualsiasi cosa, prima ancora di proporla agli altri. In ambito psicologico è sempre stato così per me, non ho mai proposto agli altri, quello che io non avessi già sperimentato: non si può chiedere a qualcuno di attraversare mari, monti e deserti se non lo si è fatto a propria volta.
Così, specializzandomi ho provato alcune tecniche che aiutano i più piccoli a far emergere cose di sé senza doverle dire, senza doverne parlare, ma utilizzando il loro canale principale: il gioco, il corpo ed il movimento, tutto in uno. Negli ultimi due anni, infatti, ho partecipato a laboratori di psicomotricità e psicodramma, tecniche che utilizzano il corpo per mediare una serie di tematiche e messaggi che possono essere messi in scena, oppure giocati dai bambini, ma anche dagli adulti e che fanno emergere una serie di riflessioni importanti se si vuole conoscere se stessi.

Proprio perché aiutano i bambini, ma anche gli adolescenti, ad utilizzare la parte corporea e proprio perché in questi gruppi sono presenti anche degli adulti, figure professionali, è possibile rielaborare i vissuti che emergono all’interno delle ore in cui si è lavorato, di modo che il bambino possa esaurire la propria necessità di espressione lì, portando comunque a casa un rimando, una strategia, un aiuto, che non sarebbero stati possibili se fosse stato tutto il giorno davanti alla Play Station. Esistono pertanto delle attività che portano il bambino non solo a non rimanere davanti a schermi digitali tutto il giorno, cosa che fanno anche tutti i tipi di sport e di attività musicali, ma che gli permettono  di imparare qualcosa su di sé, formando in loro una consapevolezza differente rispetto a prima.
Queste attività sembrano essere l’ideale per loro, i nativi digitali, che invece, purtroppo, hanno un po’ perso il piacere di vivere e gestire il corpo, di farlo sperimentare e trarne delle lezioni di vita, non parlo a livello sportivo, dove il corpo ha più che altro un rimando di prestazione, ma in quelle situazioni di quotidianità dove bisogna, come nello psicodramma, cogliere la propria tolleranza e disponibilità a non essere scelti, a venire provocati, ad accudire, ad essere aggrediti, certo per finta, ma in situazioni che simulano bene quali possono essere i nostri atteggiamenti nella realtà, facendo emergere spesso la volontà di cambiarli o di aggiungerne di nuovi grazie al feedback delle reazioni altrui.

Quindi, quali sono queste tecniche?

 - Psicomotricità è una tecnica psicocorporea che utilizza quindi il gioco come una dimensione dove tutto può essere sperimentato senza conseguenze e senza sensi di colpa, utilizza il corpo come luogo fondante di tutte le comunicazioni, ed infine utilizza anche degli oggetti speciali, meglio dette Forme, che hanno la capacità di mettere in movimento le immagini antiche che stanno dentro di noi e di restituire il senso del nostro agire. Queste forme sono la palla, il cerchio, la corda, il bastone, la forma informe. Il bambino, utilizzando questi oggetti nel gioco, ha la possibilità di scaricare le tensioni interne, di riproporre le proprie emozioni, anche conflittuali, legate alle esperienze della quotidianità, e di elaborare nuove strategie per viverle più serenamente. Il bambino in questo modo trova un'occasione per scoprire le proprie capacità creative, sperimentarle e svilupparle in un ambiente favorevole. Questo è possibile perché gli oggetti utilizzati negli incontri psicomotori hanno la peculiarità, date le loro caratteristiche specifiche, di permettere al bambino di affrontare gli aspetti della sua crescita: il rapporto con le figure genitoriali, con i coetanei, con le richieste dell'ambiente.

 - Psicodramma consiste nella messa in scena di sogni, fantasie e vissuti personali di ogni partecipante del gruppo, di modo che in più incontri si possano giocare le storie create da ciascun membro. All’interno delle storie possono essere trovati finali differenti dall’iniziale, possono avvenire imprevisti che devono essere gestiti e da cui emergono vissuti differenti in chi inscena il copione,  da poter rimandare a colui a cui la scena appartiene, nel senso che l’ha inventata e gli altri hanno acconsentito a giocarla. Vissuti che possono far in modo di cambiare il suo stesso sentire rispetto alla storia o verso alcuni personaggi della storia e che rappresentano o abitano il suo mondo interno. Questa attività consente ai bambini di sviluppare una migliore autostima, di imparare e migliorare la propria concentrazione, con benefiche ricadute anche sulla scuola, inoltre, aiuta a dosare il comportamento.

Insomma, queste attività consentono ai bambini, agli adolescenti e gli adulti che li vogliono sperimentare, di costituire una buona alternativa all’assorbimento da tecnologia, consentono di comprendere e lavorare su di sé e di imparare ad interagire con altri, tutte cose che possono essere descritte come primarie nella vita. Inoltre, i gruppi che si costituiscono possono esistere anche al solo scopo preventivo, proposti nelle classi scolastiche o nei centri estivi, con l’intento di fornire un’educazione e una sensibilizzazione alle emozioni, alla relazione e all’espressione corporea.

Avete mai partecipato o fatto partecipare i vostri figli a questi gruppi?
Rimanete Connesse!


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​Sono psicologa presso studi privati e specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma e Fidenza relativi all'ambito minorile e alla tutela minori, collaboro con altri psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali, educatori ed insegnanti. Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative, affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. ​ Sono autrice del blog "Mamme Connesse", il quale intende essere punto di riflessione ed informazione per i genitori, i loro figli e le nuove dinamiche derivanti dall'utilizzo dei nuovi strumenti digitali, i cui articoli sono pubblicati anche dal portale GuidaPsicologi.it, con lo stesso obiettivo sono chiamata come formatrice per i genitori in diverse scuole del territorio con il format "Genitori Connessi". Sono psicologa dello sport per allenatori e giocatori del settore giovanile e prima squadra (serie D) della società Fulgor Pallacanestro di Fidenza, sostenendo entrambi nel continuo lavoro psicocorporeo, di motivazione e leadership e nelle dinamiche di gruppo del team. ​ Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi
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    "Mamme Connesse" è un blog che nasce per le madri desiderose di comprendere qualcosa in più sulle trasformazioni psicologiche, affettive e relazionali, dovute al mondo digitale, in cui i loro figli si addentrano tutti i giorni come nativi digitali.
    ​Obiettivo del blog è anche quello di dare alcune psicoricette alle madri, per poter affrontare al meglio quelle situazioni ormai quotidiane innescate dalla rivoluzione tecnologica.

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