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Informazioni virtuali per connessioni reali. 
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo
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7/12/2016 0 Comments

L'amore nell'era digitale

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​Così come nell’articolo precedente: “I narcisi digitali ed il loro corpo”, studiando gli scritti di Gustavo Pietropolli Charmet, si comprende quale sia la differenza tra le generazioni volte al sistema educativo dell’Edipo, o della colpa e quelle attuali del Narciso, o della vergogna, in questo articolo si entra nel merito della modalità di amare di tali nuove generazioni digitali.
Difatti, come sembra essere cambiato il modello educativo nei confronti dei bambini di oggi, così, sembra essere cambiata la loro capacità di relazione con gli altri ed in particolare con l’eventuale partner.
 
Secondo lo psicoterapeuta italiano, con l’attuale generazione di adolescenti, cresciuti con i valori dei media, delle piattaforme digitali, si conclude la tipologia di amore cosiddetto romantico, mentre si aprono le porte ad un altro tipo di amore, quello auto affermante, o narcisistico.
 
L’amore romantico,vissuto per lo più dalle generazioni passate di inclinazione edipica, era un amore con una grossa connotazione magica, un’esperienza di ritrovamento dell’oggetto desiderato, perduto nella propria famiglia originaria. Questa dimensione si esprimeva anche a livello verbale tra i due, in una sensazione di essersi già conosciuti precedentemente e di essersi finalmente ritrovati, come se ci si conoscesse da sempre, segno di una forte sensazione di appartenenza.
Nella dimensione dell’amore romantico erano poi presenti momenti della coppia in cui si aveva l’impressione di voler dire le stesse cose, della lettura nel pensiero dell’altro, del preferire lo stesso cibo, la stessa canzone, come se la relazione fosse caratterizzata da un intimo processo di idealizzazione dell’altro, quasi fosse una divinità.
Relazione che si fondava sullo scambio di sguardi, sguardi nei quali si poteva trovare l’anima profonda del partner ed il segreto che essa custodiva, passando poi al contatto delle mani, ai baci, ecc.
Quindi l’adolescente, che si stava emancipando dalla propria famiglia, tuttavia elaborando un lutto nel doverla abbandonare, era come se si incontrasse improvvisamente con un oggetto che gli ricordava l’amore provato nel nucleo originario, risvegliandolo così dalla sensazione di perdita e dalla depressione ed acquisendo nuovamente speranza, decretando un’enorme processo di creatività dell’adolescente stesso nella ricostruzione dell’oggetto distrutto, danneggiato, quali erano il padre e la madre.
 
Eppure questa dinamica non è la stessa che caratterizza l’amore di quelle generazioni nate all’interno di ideali di perfezione, autorealizzazione, successo, ecc. Quindi che caratteristiche può avere odiernamente l’amore?
 
Sembra che a tutt’oggi l’adolescente non incontri improvvisamente la propria divinità, per la quale, per tenerla buona, bisogna fare dei sacrifici umani, tralasciando il pallone, amici, videogiochi, ma che faccia una politica delle assunzioni amorose molto ben congeniata, tenendo presente che cosa gli serva in quel momento, in quella fase del suo percorso di crescita, tenendo conto di cosa gli manca e di cosa vorrebbe raggiungere, servendosi dell’altro per fare un passetto in più nella scala della sua evoluzione.
E così, mentre le madri prima avevano paura che il ragazzo sacrificasse anche la scuola, visto l’innamoramento del figlio, ora sperano che il ragazzo si sistemi in una relazione, poiché solo così si può sistemare anche la performance didattica, dato che la coppia è una coppia studiosa e quello è uno dei suoi obiettivi.
Sommariamente si può dire che, da un insieme di dati, che vengono elaborati da ogni computer mentale di ogni adolescente nativo digitale, l’altro che ha determinate caratteristiche, che tratta la madre in quel modo, gli insegnanti in quell’altro, che si comporta con determinati atteggiamenti, è proprio quello che serve. Se si riuscisse a far società con lui, davvero si starebbe meglio, poiché è chiaro che essendo l’altro così come è ha più o meno la stessa rappresentazione di autorealizzazione che è ritenuta utile al proprio progetto di vita in quel preciso momento.
 
Questa rappresentazione dell’amore non viene più dal passato, viene dal futuro più immediato: è per arrivare lì che serve quel tipo di partner. Ciò significa, che l’altro è funzionale al proprio futuro, alla crescita, non alla regressione amorosa, ma serve per conquistare la propria adultità, la propria libertà, la propria sessualità e cioè per accelerare il processo di separazione dalla famiglia di origine, con la presenza di un testimone che decreta che anche se mamma e papà stanno male perché il ragazzo/a si sta distaccando, lui o lei sono comunque capaci di sentimenti positivi e non si devono addossare la colpa del dolore altrui.
Tutto questo gli permette, così, di direzionarsi verso il proprio progetto di vita, che appare come l’unica cosa veramente significativa.
Come si svilupperà, quindi, questa nuova tipologia di coppia?
 
Rimanete Connesse!
 

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Sono Sara Moruzzi, Psicologa presso studio privato, specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma ed autrice del blog "Mamme Connesse". Da anni aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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    "Mamme Connesse" è un blog che nasce per le madri desiderose di comprendere qualcosa in più sulle trasformazioni psicologiche, affettive e relazionali, dovute al mondo digitale, in cui i loro figli si addentrano tutti i giorni come nativi digitali.
    ​Obiettivo del blog è anche quello di dare alcune psicoricette alle madri, per poter affrontare al meglio quelle situazioni ormai quotidiane innescate dalla rivoluzione tecnologica.

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