"Mamme Connesse"
Informazioni virtuali per connessioni reali.
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Dott.ssa Sara Moruzzi - Psicoterapeuta dello Sviluppo Umano
Questa estate a Malta visitando un sito archeologico mi sono meravigliata di quanto il digitale possa offrirci ed offrire ai nostri figli nuove opportunità e, diciamolo, non sempre negative, per fortuna! Questo sito archeologico, probabilmente visitato da orde di bambini con le scuole d’inverno e dai turisti come me d’estate, ha installato in loco un dispositivo digitale 4D che permette l’apprendimento sensoriale ed emozionale, con il conseguente fissarsi in modo stabile dei ricordi e quindi delle informazioni riguardanti la storia di quell’area geografica, tramite le sensazioni, appunto, scatenate da dei meccanismi del dispositivo stesso che stimolano i nostri sensi. Oggi a distanza di due mesi ricordo ancora molti dettagli di quel luogo, poiché le informazioni che ho immagazzinato sono passate non solo per un canale visivo e uditivo, come di solito avviene nella grande maggioranza degli apprendimenti classici e digitali, ma è avvenuto tramite sensazioni fisiche, che in alcuni momenti si sono trasformate per me in emozione e sappiamo bene che l’apprendimento tramite emozioni è quello che rimane più a lungo. Ma perché delle emozioni riescono a farci apprendere di più? Perché il cervello tende a ricordare maggiormente qualcosa che per noi è stato saliente e cosa di più di un’emozione (bella o brutta), che rompe la nostra quiete, è in grado di farci ricordare e quindi memorizzare e quindi apprendere? Quello che è successo a me è questo: mi hanno fatta sedere come al cinema su sedie rosse con gli occhiali 3D, per vedere le cose proiettate in rilievo, ma poi è accaduta una cosa a cui non avevo mai assistito, ovvero quando c’è stato il temporale nella storia che stavo guardando, è iniziato a piovere sul serio nella stanza, le luci si accendevano e spegnevano come se fossero davvero dei fulmini! Quindi, ricordo perfettamente che il tempio è stato distrutto dagli agenti atmosferici, ricordo questo ed altro ancora, e grazie al fatto di avere provato delle forti sensazioni e poi anche delle emozioni, poiché non avevo mai vissuto nulla del genere, sono rimasta meravigliata, in allerta, tutto ciò ha mantenuto alta la mia attenzione e mi ha fatto apprendere. Quindi, per una volta il digitale è stato utilizzato dove è veramente utile. Pensate ai bambini che verranno condotti in quel sito archeologico, rimarranno quantomeno colpiti credo e difficilmente dimenticheranno quanto appreso: i brividi sulla loro pelle quando diventa freddo e piove, quando vengono accese improvvisamente le luci, quando tremano i sedili su cui sono seduti. Come ho ripetuto in diversi articoli, e come dice anche una maestra 2.0 che ho intervistato, non è tanto il digitale a creare disagi psicologici, ma come viene impiegato dalle persone e per quali scopi. Ma vediamo chi ha studiato questo processo di apprendimento emozionale. Non solo la psicologia e le neuroscienze hanno parlato dell’apprendimento e di come questo diventi più stabile se avviene a livello sensoriale ed emozionale, ma anche la PNL (programmazione neurolinguistica) ideata da Richard Bandler e John Grinder, i quali raccolsero le caratteristiche di comunicazione più efficaci di alcuni psicoterapeuti e psicologi degli anni 70, osservarono che effettivamente ciò che influisce maggiormente sulla possibilità di apprendere di un individuo sono i canali Visivo, Uditivo e Cinestesico, parlando del metodo VAK (in inglese, Visual, Acustic, Kinestesic). Questo significa che ogni bambino e adulto apprende grazie a tutti questi mezzi, ma bisogna sapere che ne predilige uno o due magari, piuttosto che altri, ecco perché le maestre spiegano a voce alta (audio) e fanno tenere davanti un libro, o delle slide (visivo) se sono moderne, e però, ne manca uno? Se l’insegnante si muove intanto che spiega (cinestesia, ossia movimento nello spazio) e questi movimenti sono congrui, allora bene. Se il bambino stesso può muoversi per apprendere, come accade nelle scuole staineriane, allora benissimo. Se qualcosa o qualcuno può venire a contatto con il corpo del bambino o di una qualsiasi persona, allora l’apprendimento sensoriale è avvenuto! D’altronde l’uomo ha un’intera rappresentazione di se stesso nel cervello, di tutte le sue parti del corpo percepite a livello sensoriale (Homunculus Sensorius, come spiegato anche dal blog di neuropsicologia Neuropsychology), così come ce le abbiamo a livello motorio (Homunculus Motorius) e queste diventano tanto più rappresentate e conosciute e apprese a livello cerebrale, quanto più ne facciamo uso, tipo un tennista avrà una rappresentazione motoria del braccio con cui utilizza la racchetta veramente sviluppata. Il nostro cervello è pertanto predisposto per apprendere dalle sensazioni, dalle emozioni e dall’esperienza! La sensorialità e le emozioni sono la modalità principale con cui apprendiamo dalla nascita, facciamo esperienza dell’ambiente per conoscerlo, infatti, tocchiamo e succhiamo gli oggetti per imparare cosa sono e a cosa servono e per imparare noi chi siamo e cosa possiamo fare e la differenza tra ciò che siamo noi e ciò che, invece, è un oggetto esterno, comprendendo così quale è il limite ed il nostro confine, anche corporeo. Nel caso della mia esperienza, oltre al dispositivo digitale 4D, dopo la visione della storia proiettata, il percorso prima di arrivare ai templi portava a vedere delle cose caratteristiche di quel posto lungo un corridoio di spiegazioni, come accade nei musei, tuttavia, le cose appena raccontate nel video, sorpresa, erano state riprese da degli oggetti interattivi che i bambini, o gli adulti, potessero toccare con mano per ricordarli: quindi c’erano, per esempio, due massi di marmo che potevano essere trainati, uno con una modalità obsoleta e uno con la modalità inventata da loro. Geniale! Alla fine, per rafforzare l’apprendimento sensoriale ed emozionale, ci aspettava una stanza piena di cuscini per poter disegnare, altra tecnica emotivo-creativa per fermare il ricordo. L’apprendimento sensoriale, o emozionale non necessariamente avviene attraverso il digitale e non necessariamente avviene solo tramite la vita reale, può avvenire in entrambi i modi, questo significa che non serve un dispositivo 4D per far apprendere i bambini, ma basta anche un semplice tablet, a volte bastano alberi e prati in cui cimentarsi nel conto, nella lettura e altro ancora, a volte basta che qualcuno ci accarezzi intanto che ci spiega qualcosa. Si, ma noi vogliamo sapere come riusciamo ad educarli, a farli ascoltare e soprattutto a fargli fare i compiti, avete ragione! E, oltre a consigliarvi anche questo altro mio articolo con le 3 regole per iniziare i compiti a casa serenamente, vi ricapitolo quello che , in sostanza ci siamo detti fino a qui, tralasciando gli approfondimenti di prima. Ecco uno specchietto dove riassumiamo cosa sia importante perché si possa meglio apprendere e fermare il ricordo, di modo che sia utile a voi sul lavoro e nell’educazione ai vostri figli, a loro stessi a scuola e nella vita:
L’ultimo punto, l’apprendimento sensoriale-emozionale, è l’arma più efficace che avete per aiutare i vostri figli a fare i compiti, ad insegnargli cose della vita quotidiana o nelle relazioni, non importa il mezzo che utilizzate, se digitale, o altro, perciò iniziate anche voi ad applicarvi in prima persona! Nel frattempo, Rimanete Connesse! Sono psicologa presso studi privati e specializzanda in servizi sociosanitari del territorio di Parma e Fidenza relativi all'ambito minorile e alla tutela minori, collaboro con altri psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali, educatori ed insegnanti. Sono parte del progetto PIPPI per la prevenzione all'istituzionalizzazione (cioè la messa in comunità famiglia o l'affido/adozione) dei minori e direttamente formata per questo dall'Università di Padova. Aiuto genitori e figli a sviluppare strategie educative, affettive e relazionali, sostenendo gli uni nel ruolo genitoriale e gli altri nel loro percorso di crescita. Sono autrice del blog "Mamme Connesse" e del video canale "Piccolo Spazio Psicologia". Il primo, intende essere punto di riflessione ed informazione per i genitori, i loro figli e le nuove dinamiche derivanti dall'utilizzo dei nuovi strumenti digitali, i cui articoli sono pubblicati anche dal portale GuidaPsicologi.it. Con lo stesso obiettivo sono chiamata come formatrice per i genitori in diverse scuole del territorio con il format "Genitori Connessi". Il secondo, invece, aspira a spiegare e trattare argomenti più generici che riguardano la psicologia dell'infanzia, dell'adolescenza e del giovane adulto. Sono psicologa dello sport per allenatori e giocatori del settore giovanile e prima squadra (serie D) della società Fulgor Pallacanestro di Fidenza, sostenendo entrambi nel continuo lavoro psicocorporeo, di motivazione e leadership e nelle dinamiche di gruppo del team. Credo fortemente nella costruzione di una buona relazione tra persona e professionista e ritengo che questa sia la vera matrice del cambiamento, al di là di qualsiasi diagnosi.
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